LAZIO SILIO ROSSI

Lazio Live ricorda Giorgio, la perfetta simbiosi con l’aquila…

by Paolo Buchetti
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Lazio Live: il fascino, la sfrontatezza, la solitudine dell’aquila

Lazio Live  –  Un uomo, un ruolo, una “forma mentis”. Un idolo, ma nel contempo, un personaggio solo. Lo vedevi spesso al fianco di Maestrelli, quasi a mostrare quella tenerezza affettiva che in campo, lasciava negli spogliatoi.

E’ alla maniacale ricerca di come dimostrare il suo egocentrico sentirsi “superiore”.  Un incessante aggrapparsi a quelle movenze che lo fanno essere un tutt’uno con la palla, per emergere,  per strappare  con le unghie quello spazio vitale, e scoccare il colpo fatale!

Qui non ci sono riflettori per il “politicamente corretto”. Ogni movimento e ogni attimo serve per dimostrare la sua superiorità di “bomber di razza”, la sua superiorità fisica. Il suo è un percorso che non conosce umiltà; l’umiltà lasciatela ai mediocri.

Lui è ambito e invidiato nello stesso tempo. Idolatrato dai bambini che sognano di essere come lui. Ma odiato, vituperato, offeso dai suoi avversari e nemici, che, al suo cospetto, fiutano inevitabilmente la sconfitta.

Giorgio Chinaglia / Foto: profilo X SS Lazio

La foto, il particolare

Giorgio era  l’attaccante, un ruolo da giocatore ma anche da uomo. Aveva deciso di combattere e ribaltare una realtà del tutto “romana”, in cui lo sfottò, sostanzialmente unilaterale, si trasformava spesso in bullismo. E decise di farlo rispondendo colpo su colpo, con le stesse armi del “nemico”. In questa foto indica, non solo una curva, ma anche il luogo riservato ai suoi capi. Quel muretto in alto, vicino alla Montemario, dove “risiedevano” coloro che decidevano tutto in quella curva, e quel “tutto”, si diffondeva a macchia d’olio in città.  Un comandante,  un capo, un condottiero, il trascinatore della Lazialità.

 

Altro che sport…

Lo sport che “aggrega”, che “unisce”, che “abbatte confini”  lasciatelo ai sognatori, ai venditori di fumo.

Lo sport è competizione, lo sport è ricerca della sopraffazione. E’ dimostrare di abbattere, di dominare, di sovrastare, di surclassare l’avversario, fino a fargli abbassare gli occhi e la testa in segno di resa. Questo non è solo sport. E’ una lotta tra noi e “loro”, tra la nostra maglia e quella degli altri. Ed era quello che in quel momento, ci mancava …

“no time for losers”

Chi ritiene che l’importante sia partecipare, ha già perso. Ha già messo in campo la sua essenza di sentirsi preda predestinata. E, inesorabilmente, passerà per l’anticamera della sconfitta. Quella che apre la porta alla disperazione, alla via che ti dirige alla depressione da perdente. Altro che sport. Lo sport  e i suoi valori sono un indelebile inganno.

Andate a dirlo agli sconfitti, agli umiliati, ai retrocessi, se amano lo sport. Hanno gareggiato e hanno perso; hanno sentito il respiro del “predatore”, le offese dei tifosi avversari e leggono gli sguardi delusi dei loro fan. Altro che “divertimento”. Questo è lo sport.

un bacio al cielo

Il bomber

L’attaccante, il bomber, è pienamente parte di questo mondo. Entrare in campo ed essere “aquila”. Rispondere ai fischi e agli insulti in un solo modo. Gonfiare quella maledetta rete e guardare negli occhi tutti i “perdenti” che lascia a terra, sul campo e sugli spalti!

generazione leggendo

Giorgio Chinaglia / Foto: profilo X Lazio

 

E lo farà inesorabilmente. Si chiama “occhio del predatore”.  Nessuna pietà, nessuno spazio a compassioni, mors tua, vita mea….

 

In ricordo di Giorgio Chinaglia, il motivo della nostra Lazialità, dei nostri padri e madri, delle nostre sorelle e fratelli, nel giorno della ricorrenza della sua morte, avvenuta l’ 1 aprile 2012. Quanto manchi!

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