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Ruben Sosa tra passato e presente: “Il Flaminio è lo stadio perfetto. Ho sempre dato tutto per la Lazio”

by Barbara Beleggia
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Lazio | Ruben Sosa si racconta: “Il mio gol più bello? Al Pescara dai 30 metri”

Oggi, nel giorno del suo compleanno, l’ex giocatore della Lazio Ruben Sosa, ha parlato ai nostri microfoni raccontandoci del suo passato in biancoceleste, dello stadio Flaminio e tanto altro ancora.

Ruben Sosa / foto personale Ruben Sosa

Ciao Ruben, che rapporto hai con la Lazio?

Con la Lazio ho un rapporto bellissimo, ogni volta che vengo a Roma vado a vedere come si allenano i ragazzi. Quest’anno inoltre porterò mio figlio, che ha 19 anni, ad allenarsi con la Lazio a Formello, visto che lui già gioca nella prima divisione voglio che si alleni sia con la Lazio che con l’Inter. Lui è sinistro ed è il numero 10, come il papà! Sono convinto che è molto bravo e che il prossimo anno farà il salto in Europa.

Hai un ricordo con la Lazio a cui sei particolarmente legato, per esempio una partita o un goal?

Con la Lazio ho tutti ricordi bellissimi, è la squadra che mi ha portato in Italia quando ero al Saragoza ed era formata da grandi uomini, su tutti il capitano Pin. In più non ci dimentichiamo che arrivava dalla serie B e doveva lottare per rimanere in serie A, non come adesso che è una delle grandi. Io sono convinto di aver dato il mio contributo, per me sono stati quattro anni bellissimi, le reti che mi sono rimaste più impresse sono l’1-1 del derby e il rigore contro il Milan, ma il goal più bello secondo me è quello che ho fatto contro il Pescara, dai 30/35 metri ed è finita sotto l’incrocio dei pali. 

Sai che c’è un bellissimo coro dedicato a te, Amarildo e Troglio, che rapporto hai con i tifosi?

Si certo che lo conosco (e canta una parte del coro), pensa che lo scorso anno un bambino della mia scuola calcio era allo stadio e hanno iniziato a cantare questo coro, lui ha fatto il video e me lo ha mandato e mi ha detto che si vedeva che avevo fatto tanti gol e che ero uno importante per la squadra. Quando giocavo con la Lazio i tifosi erano sempre insieme a me, io ero un ragazzo pazzo, uno di quelli che voleva dare tutto per la Lazio ed è bellissimo che ricordano questa cosa tutt’ora. 

La tua scuola calcio è una delle più importanti del Sudamerica, hai qualche talento da consigliarci?

Si, la mia scuola si chiama Alegria Alegria e si trova ad Atlantida, ed abbiamo circa 150 bambini. Noi insegniamo proprio a correre e a calciare, le basi del gioco del calcio. Ci sono tantissimi talenti ed è un miracolo, ma ci sono 3/4 ragazzi che sono convinto giocheranno in serie A. 

Tu hai giocato allo stadio Flaminio e adesso la Lazio sta provando a riprenderselo, com’era giocare li?

Sono stato allo stadio Flaminio un paio di anni fa e vederlo così abbandonato ed in quello stato decadente mi ha dato pena. In questo stadio ho fatto tantissimi gol ed è lo stadio perfetto per la Lazio. Era sempre pieno, giocavamo con i tifosi vicinissimi a noi, quando facevi goal saltavi con loro. Noi giocavamo al Flaminio perché stavano sistemando lo stadio Olimpico per le olimpiadi ma per me era molto più bello. Spero che il presidente lo riesca a riprendere.

Quando sei andato all’Inter come hai vissuto la prima partita da avversario della Lazio?

Durante il terzo anno alla Lazio ho chiesto al presidente se voleva che restassi un paio di anni in più, mi ha detto di no perché voleva vedere prima quanti goal facevo e allora il mio agente disse che se non rinnovavamo in quel momento poi sarei andato via e così è stato, ho fatto l’ultimo anno e poi sono andato all’Inter. Alla prima partita contro la Lazio sono rimasto male perché affrontavo la mia squadra e mi faceva male averla contro. Dopo ogni partita che giocavo con l’Inter chiamavo i miei ex compagni per chiedere cosa avevano fatto loro, infatti mi ricordo una volta ero in stanza con Bergomi e lui mi chiedeva se ero della Lazio e io rispondevo di si perché la Lazio per me è importantissima. Sono sempre stato vicino alla squadra, li chiamavo per chiedere i risultati delle partite e per sostenerli.

Con Amarildo, Troglio e Gutierrez avevi rapporto anche fuori dal campo? 

Amarildo e Troglio sono fratelli per me, mi ci sento molto spesso tutt’ora e quando possiamo ci vediamo. Gutierrez è come se fosse uno di famiglia.

SS Lazio squadra / foto sito ufficiale ss lazio

Con quale allenatore ti sei trovato meglio quando eri alla Lazio?

Con Materazzi, lui è stato il mio papà italiano, è stato un mister che mi faceva divertire e credeva sempre in me. Anche con Dino Zoff mi sono trovato benissimo, è stato il mio allenatore nell’ultimo anno alla Lazio ed è un uomo vero, leale e serio, non come me che ho la testa matta. Un tecnico davvero bravissimo. 

Hai vinto due volte la Copa America con l’Uruguay, sono state le tue gioie più grandi?

Si, ho vinto contro l’Argentina di Maradona ed è stato il massimo, in più ho vinto due volte la Copa America ed ero il goleador. Noi eravamo solo l’Uruguay e vincere contro Argentina e Brasile è stato magnifico! Ho vinto davvero tanto nella mia carriera e sono grato per questo.

Mi dai un tuo parere su Tudor e sulla Lazio attuale?

La Lazio ha cominciato malissimo ed ora sta vincendo, sta andando meglio. Secondo me è una squadra da massimo quarto posto, è difficilissimo in Italia vincere lo scudetto, però è molto forte e secondo me merita di stare nelle prime posizioni in classifica.

 

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