Bruno Giordano a Lazio Live TV, dal ricordo di Maradona a Baroni: “La Lazio fa un ottimo calcio”
ESCLUSIVA LAZIOLIVE.TV – Bruno Giordano, da Maradona a Baroni : Nato nel rione romano di Trastevere, Bruno Giordano è stato uno degli attaccanti più forti nella storia della Lazio. Il suo debutto con l’aquila sul petto aveva già fatto capire che la strada per lui fosse solo in discesa, che le sue potenzialità erano davvero importanti: forza fisica e difficile da marcare per gli avversari.
Dopo l’addio di Chinaglia, divenne lui il numero 9 e uno dei punti fermi della squadra: nella stagione 78/79 chiuse a ben 19 reti realizzate e si laureò capocannoniere della Seria A.
Oggi l’ex giocatore è intervenuto ai nostri microfoni, per parlare della sua avventura calcistica accompagnata anche da grandi nomi come quello di Diego Armando Maradona e della banda Maestrelli, per poi giungere fino alla Lazio di Baroni.
Ciao Bruno, iniziamo a parlare del tuo esordio con la maglia della Lazio con tanto di goal decisivo contro la Sampdoria, ti immaginavi un inizio così?
“No. Immaginare un esordio così nemmeno nei sogni più belli, pensavo già di essere felice ad affrontare la mia prima partita con i biancocelesti magari dando il massimo dell’impegno, ma vincendo uno a zero grazie al mio goal al 90’ è stato qualcosa di indescrivibile e ancora vivo e sento quell’emozione. Mi ricordo ancora che i miei compagni che mi abbracciavano tutti, specialmente Re Cecconi, a fine partita lui era più contento di me. Fu un’emozione bellissima, difficile anche da raccontare, sono stato fortunato ad esordire con la squadra che un anno prima aveva vinto il campionato: indossare la maglia con lo storico scudetto e giocare con campioni come Wilson, Chinaglia, D’amico, Pulici…. un ricordo stupendo che porterò sempre nel mio cuore”.
Hai segnato davvero tanti goal con il club capitolino, ne hai uno in particolare che consideri il più importante e il più bello?
“Senza dubbio il più bello con la Lazio è stato contro la Juventus, una giornata straordinaria in cui vincemmo 3 a 0, la rete su pallonetto ai danni di Zoff, è rimasto nella memoria dei tifosi ma specialmente nella mia testa. Io di goal nella mia carriera da calciatore ne ho fatti di belli e soprattutto tanti, ma questo qui è stato veramente voluto e cercato, fatto ad una squadra fortissima, e specialmente al portiere più forte della storia italiana”.
Dopo il tuo addio da Roma come è stato affrontare la Lazio da avversario, specialmente all’Olimpico?
“Bella domanda questa, ogni volta avevo il magone, io sono stato con la Lazio per ben 16 anni, dal settore giovanile fino alla prima squadra. Ricordo che quando sono andato a Napoli quando finiva la partita e stavamo sotto agli spogliatoi chiedevo il risultato dei biancocelesti. Alle prime interviste dovevo stare attento a non confondere i due nomi, perché la parola Lazio andava veramente in automatico. Comunque era veramente un’emozione forte, non c’era nessun astio né con i tifosi e né tantomeno con la società. La Lazio è stata una casa per me e mi ha permesso di fare tanto: una carriera importantissima e girare il mondo, posso soltanto dire grazie al club capitolino”.
Hai lavorato con dei campioni come i ragazzi di Maestrelli, mentre a Napoli con una leggenda come Diego Armando Maradona, cosa si provava a giocare con lui?
“Con lui è stato toccare il cielo con un dito, giocare non solo nella stessa squadra, ma nello stesso reparto e proprio affianco a lui è stato qualcosa di unico. Con Diego era divertimento puro, lui ti portava ad affrontare le partite con entusiasmo e con il sorriso. Scendere in campo non è semplice perché hai sempre la tensione o qualcosa che ti può bloccare, mentre lui ci ha insegnato a giocare per far divertire il pubblico. Sono stato davvero fortunato a condividere parte di questa avventura con il giocatore più forte della storia del calcio e aver un splendido rapporto anche fuori dal campo”.
Giordano come si troverebbe a giocare nella Lazio di Marco Baroni?
“Sicuramente mi troverei molto bene e meglio rispetto ad esempio al gioco di Sarri. Con Baroni gli attaccanti hanno molte più possibilità di calciare in porta, l’atteggiamento è anche molto veloce e più sollecitato. Mentre con le squadre che palleggiano molto dai la possibilità agli avversari di chiudersi e per noi attaccanti diventa più complicato.”
Bruno, tornando al Campionato, non possiamo fare finta di niente per quanto è successo contro la Juventus. Come è possibile che in epoca VAR ci siano sviste come quella su Douglas Luiz?
“Credo che nell’epoca del VAR in quell’occasione si dovrebbe intervenire ma in realtà è tutto un caos disorganizzato. Ho notato che non c’è mai linearità da parte degli arbitri e la sala VAR dovrebbe dare supporto in tutte le zone del campo. Detto questo penso che ci sia un po’ di tutto, come ad esempio arbitri non all’altezza e il VAR ha complicato ancora di più. Da quando è stato introdotto le regole sono ancora più caotiche. Prima se c’erano decisioni sbagliate all’interno della partita le accettavi di più, adesso con questa tecnologia non puoi aspettarti decisioni così. Ci sono mille telecamere e non capisco come è possibile che a Torino nessuno ha visto nulla sulla situazione tra Luiz e Patric”.
Secondo te Guendouzi si sta rivelando importante quanto Milinkovic a centrocampo, ovviamente con caratteristiche diverse?
“Io lo dicevo già dal primo giorno, lo conosco non da adesso ma da già sei anni. Guendouzi è un giocatore totale e di un calcio europeo e parlo di ritmi, al livello dinamico e di contrasti. Lui è un centrocampista di cui la Lazio ora non ne può fare a meno, Milinkovic era più decisivo nella zona di finalizzazione con goal e assist, mentre il francese è determinante con il suo modo di giocare.”
Un commento su Tavares? Acquisto sottovalutato da molti inizialmente.
“Per chi conosce il calcio internazionale Nuno Tavares non lo scopre oggi, è un giocatore che ha sempre avuto talento e forza fisica, il problema del portoghese sono stati i guai fisici che hanno rallentato la sua crescita. La Lazio è stata brava ad aspettarlo e non forzarlo con i tempi di recupero. Adesso abbiamo un valore aggiunto all’interno della rosa e poi un terzino sinistro così forte e di un certo livello mancava da tempo ai biancocelesti, ma anche nel panorama europeo “.
Bruno tu avresti ceduto Danilo Cataldi?
” Io credo che Cataldi in questa rosa ci poteva tranquillamente stare, poi le dinamiche interne non le sappiamo, magari il centrocampista ha capito che nella Lazio avrebbe avuto poco spazio e magari ha chiesto di poter andare a giocare dove aveva minutaggio come giusto che sia. Credo che il calciatore ora ha trovato l’ambiente giusto e pochi giorni fa ha fatto anche una bella doppietta. Penso che questa situazione alla fine è andata bene a tutti: la Lazio con la sua cessione ha dato più a Rovella, il bene per Cataldi deve rimanere perché ha dato tanto per questa maglia, mi dispiace perché lui veniva dal settore giovanile ma purtroppo sono cose che fanno parte del calcio”.
Quanto e come hanno influito sul gruppo le cessioni in estate secondo te?
“Credo che le grandi cessioni del mercato hanno anche ritardato la crescita. Quando in una squadra, e lo dico sempre, ti faccio l’esempio anche dello scudetto come il Napoli dello scorso anno, hai giocatori come se avessero la pancia piena, hai l’obbligo di cambiare qualcosa. Ovviamente la riconoscenza ci deve essere per tutto quello che hanno fatto, a mente lucida ti dico che andava fatto un anno fa, anche perché c’era la possibilità di spendere più sul mercato. La scorsa stagione all’interno dello spogliatoio penso ci fosse un po’ di malumore, motivo per cui poi non si rendeva al massimo durante le gare”.
Cosa ti trasmette questo gruppo nel vederlo da fuori? Merito di Baroni?
“Credo che il merito vada anche alla Società che ha avuto fiducia in lui e ha appoggiato le sue scelte anche a livello di mercato, acquistando i giocatori che voleva Baroni. Lo dico sempre, sia che le cose vadano bene o male, in questo caso la divisione di merito va a tutti quanti: da allenatore, società, giocatori e staff. Per quello che vedo ora c’è un’unica identità che crede a questo nuovo progetto e questa nuova linea. I risultati si stanno vedendo e se manca una di queste componenti poi diventa complicato per tutti”.
La fase difensiva, rispetto a quella offensiva non ha numeri confortanti. A cosa è dovuto questo squilibrio secondo te?
“Non è che pecca in difesa perché non sono bravi, ma perché è l’atteggiamento propositivo della Lazio che ha, ci fa divertire da matti ma crea qualche preoccupazione in difesa. Ti faccio l’esempio dell’Atalanta, lascia sempre uomo contro uomo perché poi gli permette di fare tanti goal e di poter arrivare fino in fondo a tutte le competizioni. Non puoi avere una squadra equilibrata e se fanno cinque goal é impensabile che non ne prenda mai uno. Mentre la Juve quando gioca contro avversari di un certo tipo vince di poco, tipo 1 a 0 come sabato. Se i bianconeri facevano una partita sfrontata contro di noi magari ne facevano quattro ma sicuramente qualche goal lo subivano. Nel calcio se hai un atteggiamento aggressivo e fai tante reti qualcosa concedi chiaramente, mentre se hai un modulo più difensivo rischi meno, ma segni anche molto poco”.
La rosa attuale della Lazio dispone di tanti giovani e molte scommesse. Ti aspettavi qualcosa in più da qualche giocatore? O c’è qualcuno non all’altezza di questa rosa?
“Secondo me vanno semplicemente aspettati, mi viene in mente sia Noslin e sia Tchaouna. Hanno tutte le carte in regola per poter esplodere da un momento all’altro, anche lo stesso Dele-Bashiru che abbiamo visto a fasi alterne. Castrovilli invece se ritrova la condizione fisica può diventare un giocatore davvero importante, sia per i biancocelesti che per il calcio Italiano. Alcuni di loro possono pagare il passaggio da una squadra medio bassa a una società come la Lazio, hanno soltanto bisogno di tempo. Per gli altri invece stanno tutti rendendo molto bene”.
Cosa manca alla Lazio per fare il salto di qualità?
“Sicuramente per la Lazio questo è un nuovo inizio, le cose almeno per adesso stanno andando bene, il bilancio poi si deve fare a gennaio mentre quello definitivo a giugno, dove la società potrà intervenire. Rispetto ai pochi obiettivi iniziali, i presupposti sono che possa fare molto meglio della stagione passata, aggiungo che i biancocelesti praticano anche un ottimo calcio. Se parliamo di scudetto mancano giocatori di tale spessore.”
Ti faccio l’ultima domanda Bruno, stasera è giornata di Europa League, la Lazio è in trasferta in Olanda contro il Twente, che partita sarà? i biancocelesti possono ambire ai tre punti?
“Sicuramente non sarà semplice, giocare in Olanda ti impegna molto sotto l’aspetto fisico, noi veniamo da una partita molto intensa contro la Juventus, poiché i giocatori hanno affrontato 75 minuti di gara in dieci, credo che non sia una passeggiata stasera. Però la Lazio si può permettere, come è già successo, di cambiare 6/7 pedine in una gara. Mi auguro che la squadra di Baroni possa fare un buon match e che possa portare a casa il risultato, se non pieno almeno un pareggio. Anche con solo un punto ci permetterebbe di rimanere sempre li in vetta. Sabato ci ha portato via molte energie ma il club capitolino ha tutte le carte in tavola per fare bottino pieno.”