Da quando si è accomodato sulla panchina biancoceleste Tudor ha rimodellato la squadra, attacco e centrocampo hanno giovato dell’arrivo del nuovo tecnico. Unico neo la difesa che ha ancora troppe lacune
Lazio: il tallone d’Achille della Lazio di Tudor è, dati alla mano, il reparto arretrato. Da quando ha preso possesso della panchina biancoceleste, il tecnico di Spalato ha cambiato totalmente modo di giocare a tutta la squadra.
Ha rivoluzionato tutto a Formello, partendo dal modulo di gioco del tutto differente dal precedente, Tudor ha imposto i suoi dettami tecnici e tattici, dando una nuova dimensione alla Lazio.
Lazio, che con l’avvento del tecnico croato, è ritornata prepotentemente a ridosso del quinto posto in classifica, che come sappiamo da diritto all’accesso alla prossima Champions League.
I biancocelesti da quando sono guidati da Tudor hanno ottenuto solo vittorie, un pareggio ed una sola sconfitta.
Un ruolino di marcia che ha portato la Lazio ad essere alla pari di squadre come Inter ed Atalanta.
A giovare della cosiddetta “cura Tudor” sono stati soprattutto l’attacco ed il centrocampo biancoceleste.
In avanti finalmente si vedono tante conclusioni verso la porta avversaria e diverse azioni da gol, l’attacco biancoceleste ora è sempre più propenso al tiro e alla conclusione anche da fuori area.
Merito anche delle incursioni verso l’area avversaria dei trequartisti e degli esteri di centrocampo.
Anche la linea centrale della squadra capitolina sembra essere rinata dall’avvento della nuova guida tecnica.
Il centrocampo biancoceleste si divide tra il lavoro di rottura del gioco avversario, alla ripartenza, e agli inserimenti con e senza palla, che portano spesso a concludere in porta proprio gli stessi centrocampisti.
Unico neo è la difesa, la linea a tre di Tudor è l’unico reparto che ancora non convince, la linea arretrata fatica ad entrare negli schemi del tecnico croato.
Lazio: nella difesa di Tudor il problema è la marcatura a uomo
Lazio: il tallone d’Achille biancoceleste è dunque la linea difensiva, i tre dietro non sempre sono efficaci come lo sono stati in passato.
Le sconfitte rimediata dell’undici biancoceleste con Tudor in panchina sono caratterizzate da degli errori difensivi.
Alcuni esempi sono il gol subito da calcio da fermo al derby, oppure i due gol subiti a Torino in Coppa Italia contro la Juventus, anche il gol subito dopo la fantastica rimonta all’Olimpico proprio contro i bianconeri è frutto di un grossolano errore di posizione difensivo.
Poi ci sono i due gol a Monza, altro emblema della scarsa confidenza dei difensori biancocelesti con la linea a tre e con la marcatura a uomo.
Sistematicamente la difesa biancoceleste soffre i traversoni nell’area di rigore ed i cambi di gioco, quando c’è da seguire l’uomo e disinteressati del pallone.
Purtroppo il problema principale è che, passare da una difesa a quattro com’era precedentemente, a quella a tre, e passare dalla marcatura a zona a quella a uomo, è difficilissimo.
Inoltre c’è da dire, per spezzare una lancia a favore dei difensori biancocelesti, che non è semplice cambiare da un giorno all’altro i movimenti difensivi.
Specialmente se, per quasi tre anni ad allenare la linea difensiva c’è stato un allenatore come Sarri, che pretendeva maniacalmente che i difensori facessero determinati movimenti.
Per Tudor quindi ci sarà da lavorare e tanto per mettere in linea la difesa biancoceleste.