Quel gesto che non ti fa vincere, ma ti mette sulla buona strada…
Uno ha superato gli “enta”, è ancora su buoni livelli ma è inevitabilmente nella fase discendente della carriera. Ha narrato la storia coi suoi gol ed è ancora in Italia assolutamente inarrivabile. Ma è in leggera momentanea difficoltà fisica e psicologica, anche se aiutato da tutti i laziali che lo acclamano.
L’altro è molto più giovane, è un buon attaccante con caratteristiche leggermente diverse da quelle di Ciro. Ma soprattutto è uno col fuoco dentro, un sudamericano che non molla mai, a costo di essere fastidioso fisicamente per tutti i suoi marcatori quando sono in possesso di palla.
Ciro e Taty
La carta d’identità parla chiaro, e tutti e due combattono per un posto, quello di punta centrale nei 3 di attacco di mister Sarri. Ma sbaglia grosso chi pensa ad una posizione antitetica dei due; sono troppo intelligenti e troppo “laziali” per cadere in queste trappole.
Ma al di là delle dichiarazioni di facciata, che restano ma non danno garanzie di sorta sulla solidità matura di un rapporto tra due “antagonisti”, parlano i gesti….
L’abbraccio del Taty a Ciro a fine partita
Se non lo avete visto, guardatelo nelle repliche della partita.
Sincero, affettuoso, schietto, come si stringe un fratello che ti ha regalato il dono sognato da sempre.
A molti è sfuggito a fine gara quella “presa d’amore” . Ma non a me e a tutti quelli che come me ci stanno da sempre, immersi in questa emozione, in questo avvolgente abbraccio, in questo amore, che si chiama LAZIO!
Forza ragazzi, c’è ancora tempo per vincere, per scrivere la storia, ognuno coi suoi spazi, con le sue peculiarità, e perché no? Uniti, proprio come in quell’abbraccio fraterno di grande Lazialità!