Il futuro della Lazio é incerto e tutto é da programmare
Il futuro della Lazio é incerto, irto di nuvole e tutto da programmare. il temporale che ha colpito con il Lecce il mondo biancoceleste mette il Club, tutti nessuno escluso, sul banco degli imputati. Dirigenza, staff tecnico e calciatori devono rispondere del mancato ingresso in Europa e del pessimo girone di ritorno di Campionato.
La squadra. Bisogna resettare tutto ciò che si é fatto in questi due ultimi campionati. Programmare un biennio (lungo e medio termine) che riporti stabilmente le Aquile sui palcoscenici Europei. Bisogna inculcare nello staff tecnico e nei calciatori il perseguimento della lotta e della vittoria sportiva su ogni competizione. Non é più possibile assistere ad approcci di gara errati e partite inconcludenti come quella di ieri col Lecce. I calciatori biancocelesti, prima d’ogni altra cosa, devono comprendere la “pesantezza” e la “responsabilità” di vestire la maglia. Ogni giorno, in allenamento come in partita, bisogna dare il 110%. Bisogna “esser sempre presenti a se stessi”, uscendo dal campo consapevoli di aver dato tutto e di migliorare, giorno dopo giorno.
Nell’incerto futuro della Lazio c’è tutto da programmare
Ogni calciatore deve essere esempio e seguire l’esempio. Tutti, nessuno escluso, devono sentirsi come
Foto Profilo X S.S.Lazio
Pedro e trascinare se stessi e gli altri nel miglioramento quotidiano. Giovani e meno giovani devono dare tanto per ricevere tanto. Tutti indispensabili e nessuno insostituibile.
Largo ai giovani. Bisogna dar vita ad un programma giovane credibile. Un programma che formi e valorizzi i migliori calciatori del settore giovanile. Formare una seconda, squadra da far giocare in Serie C, é forse la via più giusta per far crescere nuovi talenti. Occorre investire finanziariamente se si vuole ottenere dei “ritorni” sportivi ed economici.
Si può fare, si può investire sul futuro ed “accettare il rischio d’impresa“.
Ogni anno, poi, bisogna portare dalla Primavera tre miglior giovani e farli “vivere”, allenarsi e giocare in prima squadra.
Il settore giovanile deve formare i nuovi Tassotti, Giordano, Nesta, Di Vaio e Cataldi che servono alla prima squadra. Bisogna “investire” sui tecnici delle giovanili ed affidare il coordinamento del loro lavoro ad un uomo che capisca soprattutto di Calcio e che faccia unicamente questo. Un uomo come mister Sanderra (l’ex allenatore della Primavera) potrebbe essere l’ideale.
Avanti, quindi, senza paura e coraggio; con i giusti investimenti e le buone idee si affronta il futuro.
(Fine prima parte)