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Lazio, Marcolin si racconta:” Quando Cragnotti acquistò me, Bonomi e Favalli ci fu grande emozione”

by Fabrizio Di Marco
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Lazio, l’ex centrocampista biancoceleste Dario Marcolin è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni

Oggi ai microfoni di Laziolive.tv è intervenuto l’ex centrocampista biancoceleste Dario Marcolin. L’ ex calciatore, oggi commentatore tv, si è raccontato ai nostri microfoni rispondendo alle domande della nostra redazione.

Buongiorno Dario, da commentatore tv hai un punto di vista diverso sul calcio. secondo te com’è cambiato l’essere calciatore rispetto a quando i giocatori non avevano tanti occhi puntati addosso?

“Oggi i social sono cambiati per quanto riguarda i calciatori. Se avessimo avuto i social quando abbiamo vinto lo scudetto avremmo fatto le scintille. La professione è cambiata anche prima avevamo gli occhi addosso. Prima nel calcio c’era più sentimento ora è più fisico, meccanico, ma rimane sempre uno sport fantastico”.

Che sensazioni hai avuto quando Cragnotti ha acquistato in blocco i tre gioielli dell’Under 21, te Bonomi e Favalli dalla Cremonese.

“Quando Cragnotti ci ha acquistato è stata un emozione, un sogno”.

Questo ha favorito l’ambientamento sia in squadra che in una città come Roma?

Ci sentivamo anche il peso addosso di tanta responsabilità, siamo arrivati anche troppo giovani a 21 anni, prima era diverso da ora a 18 anni i calciatori già vanno e vengono, li si era agli inizi e si voleva tutto e subito, ma siamo felici che sia andata così.

Tu hai vissuto appieno la Lazio dello scudetto del 2000. Chi era il vero leader dello spogliatoio di quella squadra?

“I leader in quella squadra erano due, uno era Roberto Mancini e l’altro Sven Goran Eriksson, uno era l’allenatore in campo e l’altro in panchina. Hanno traghettato la squadra verso lo scudetto, quella squadra li era fortissima, ma presero loro dalla Sampdoria per darle una mentalità vincente”.

Lazio, Marcolin non ha dubbi: “Oggi nella Lazio un regista tecnico non c’è”

Nella tua carriera nel ruolo di centrocampista hai occupato sia la posizione da regista e da incontrista.

“Io ero un regista tecnico e non veloce, oggi nella Lazio un regista tecnico non c’è, Rovella è dinamico Cataldi è dinamico, chi assomigliava a me forse era Liverani”.

Chi nella Lazio di oggi tra i centrocampisti è quello che si avvicina di più alle tue caratteristiche?

“Nella Lazio di oggi non c’è, guardando indietro dico Liverani. Lui era tecnico, mancino non velocissimo grande tecnica e visione di gioco, oggi a un centrocampista o al regista si chiede intensità fisica”.

Da allenatore predilige giocare con il 4-2-3-1 pensa che la Lazio possa giocare meglio con i quattro difensori o con il 3-4-2-1 di Tudor ?

“Tudor è partito subito con la linea a quattro, sono curioso di vedere cosa farà in futuro, se passerà con la linea a tre o rimarrà a quattro. Io credo che la Lazio con la rosa che ha può giocare in tutti i modi, poi oggi nel calcio puoi avere più disposizioni di moduli. Oggi devi cambiare in base agli avversari, devi avere sempre un piano A un piano B e un piano C. Ti dico quello che mi diceva Sinisa, non esiste un modulo vincente nel calcio altrimenti lo farebbero tutti, ti devi adeguare alle caratteristiche dei calciatori per giocare a tre o a quattro”.

Con la Lazio hai vinto due coppe Italia, nel 97/98 e nel 99/00. Pensi che la Lazio possa ribaltare il risultato di Torino

“Dico la verità non mi aspettavo il 2-0, pensavo ad un 1-0 o un 1-1. Ribaltare il due a zero sarà difficile, la Juventus in fase difensiva ti concede poco, per la Lazio ci vorranno soluzioni diverse, più dinamismo. Nella gara di ritorno può succedere di tutto: sarà dura ma non impossibile”.

 

 

 

 

 

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