Lazio, il pentimento dell’ex: Vedat Muriqi, punta del Maiorca, svela il suo periodo con la maglia biancoceleste
In un intervista esclusiva rilasciata a Gazzetta dello Sport, Vedat Muriqi ha condiviso le sue opinioni riguardo alla sua esperienza con la Lazio. In particolar modo, ha analizzato il ruolo di Maurizio Sarri, il tecnico che ha guidato la squadra nell’ultima fase del suo percorso con i biancocelesti e che, durante il ritiro ad Auronzo di Cadore, si è confrontato con i sostenitori in suo favore.
Muriqi esalta Sarri: la testimonianza dell’ex attaccante della Lazio
“Dal punto di vista tattico, un mostro. Il migliore che abbia mai avuto. Io con lui non giocavo, ma godevo tantissimo, in partita e in allenamento. Il problema era che voleva attaccanti piccoli e rapidi, veniva da Insigne, Callejon e Mertens, con un pennellone come me non sapeva cosa fare. Andai a chiedergli cosa pensava di me, se e dove potevo migliorare: una chiacchierata eccezionale, onesta, trasparente. Lo ringraziai di cuore e gli chiesi se mi dava un mano ad andar via: trasferimento a Maiorca, e il resto, se vogliamo, è storia”.
Muriqi ammette la responsabilità: “La colpa è solo mia”
“Quando arrivai a Roma sapevo che c’erano Immobile con la sua Scarpa d’Oro, Correa e Caicedo, però pensavo che spendendo tutti quei soldi avrebbero puntato su di me. E non mi sbagliavo. Simone Inzaghi mi faceva giocare ogni volta che poteva, ma io non andavo. Niente scuse, niente responsabilità altrui, solo colpa mia. Nel calcio succede, e quando succede, devi far posto a qualcun altro. Avevo un problema alla coscia, e mia moglie incinta era rimasta in Turchia, mi sentivo solo e ambientarmi è stato complicato. Stavo male, dentro e fuori dal campo. La testa soffriva forse più del fisico, sono arrivato a pensare di essere scarsissimo, che quel grande anno in Turchia era dovuto solo alla fortuna e alla volontà di Dio. Pensieri bui”.