Champions, Lazio: investire bene per diventare grande
La vittoria che serviva è arrivata, la Lazio ad Udine ha messo la parola fine sul discorso qualificazione Champions (sentenza Juve permettendo), ora la chance va colta per evitare di ripetere i sbagli fatti in passato.
Nell’era Lotito solamente due volte la Lazio è arrivata a qualificarsi nei gironi della massima competizione europea, nel 2007-2008 con in panchina Delio Rossi e nel 2020-21 con Inzaghi.
Una breve parentesi c’è stata nella stagione 2015-2016. Con Pioli in panchina i biancocelesti furono eliminati ai preliminari di Champions dal Bayer Leverkusen.
Ciò che ha accomunato queste 3 annate è stata la mancanza di un progetto, che avrebbe potuto portare a risultati importanti se solo fossero stati investiti i ricavi UEFA nella maniera giusta.
Se per la stagione 2006-2007 c’era l’alibi di non avere un’ambizione a competere su certi livelli, la cosa cambia se si guarda alla stagione con Inzaghi al comando. Quell’estate Lotito, su suggerimento di Tare spese la bellezza di 30 milioni di euro per il duo Muriqi-Fares e circa 10 milioni per Akpa-Akpro, proveniente dalla salernitano, in serie B.
Investimenti, poi rivelatisi completamente fallimentari, che hanno pesato sul libro paga della Lazio, subendo nei mercati successivi la difficoltà di fare operazioni in entrata causa indice di liquidità.
Con l’arrivo di Sarri però a Formello si respira un aria diversa, il mister infatti ha dato direttiva di avere libertà di scelta sui calciatori da inserire nell’organico, dimostrando di averne tutte le competenze.
Questo fa ben sperare per l’estate che è alle porte.
Soprattutto, fa ben sperare per il futuro.