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Lazio, Daniele Baldini approva Tudor: “La scelta mi piace”. Poi su Sarri…

by Christian Gasperini
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Lazio, Daniele Baldini ha parlato ai nostri microfoni toccando svariati temi: da Tudor a Sarri, passando per il nuovo progetto del club

Oggi, ai microfoni di Lazio Live TV, è intervenuto il giornalista di RadioSei Daniele Baldini, che ha toccato svariati argomenti. Da Sarri a Tudor, passando per il nuovo progetto del club biancoceleste, il giornalista ha espresso la propria opinione.

Ciao Daniele, secondo te Kamada può rinascere sotto la guida Tudor?

Si, potenzialmente potrebbe avere più possibilità, anche se le ha avute con Sarri alla guida. Negli ultimi tre mesi è stato messo un po’ da parte per la necessità di fare risultato, ma le poche volte che è stato impiegato non ha dato segnali positivi a prescindere dal modo di giocare. Io ho molti dubbi sul fatto che sarà particolarmente coinvolto, perché credo che almeno all’inizio le gerarchie siano abbastanza chiuse, con Luis Alberto e Zaccagni che saranno i due trequartisti.

Qualche chance in più l’avrà, ma il problema di Kamada è che ha già deciso di lasciare la Lazio. Tudor dovrà fare ragionamenti anche in ottica futura, e non credo che coinvolgerà giocatori che hanno deciso di lasciare il club.

Sulle dimissioni di Sarri, di chi sono secondo te le responsabilità?

Io ho visto un allenatore che ha fatto di tutto negli anni per andare incontro alle esigenze dei calciatori, forse il suo problema è stato questo. Non è stato neanche troppo legittimato dalla società, visto che Lotito già in estate ne parlava come se fosse una sorta di problema, soprattutto per via delle richieste sul mercato. Le responsabilità di Sarri sono quelle di aver perso un po’ di energia, non riuscendo ad avere delle risposte da parte dei giocatori. Magari è mancato qualcosa a livello di comunicazione, ma tutte cose che molti allenatori fanno.

La differenza la fa la disponibilità dei calciatori, e quanto sono convinti a portare avanti un progetto tecnico. Io credo che Sarri abbia dovuto gestire situazioni che, già dall’estate, erano poco tecniche e molto riguardanti il rapporto tra Lotito e i calciatori, come ad esempio i rinnovi contrattuali. Forse l’errore è stato quello di continuare a fare quello che ha fatto lo scorso anno, non capendo che i calciatori non gli davano più le stesse risposte.

Come giudichi la scelta della Lazio di andare su Tudor?

La scelta della Lazio di andare su Tudor mi sembra la scelta migliore che si potesse fare in questo momento, anche in ottica di una rifondazione. Una scelta di rottura e diversa, sia nei metodi che nello stile di gioco. Sicuramente ci sarà una risposta di disponibilità e di motivazioni da parte dei giocatori ora, il resto lo faranno i risultati.

È un allenatore che segue una tendenza che sta diventando moda nel calcio, tendenza di calcio aggressivo come ad esempio l’uno contro uno a tutto campo, non dando riferimenti e risultando più imprevedibile. Però è anche un calcio che ha bisogno di calciatori con caratteristiche fisiche e di dinamismo adatte. Ora ci sarà una scremature e chi non è adatto verrà messo fuori. A me, comunque, la scelta piace.

Lazio, Daniele Baldini sicuro: “Il modulo sarà 3-4-2-1, Tudor soddisfatto dei calciatori che ha per utilizzarlo da subito”

Lazio Juventus tagliandi Tudor

Igor Tudor / Foto: profilo X Lazio

Come vedi la scelta del tecnico croato di accettare la Lazio?

La scelta di Tudor la giudico buona perché torna in Italia dalla porta principale, con un curriculum migliore, perché peggio di quanto fatto fino ad ora la Lazio non può fare e perché, come ha detto lui stesso, ha tempo a disposizione per forgiarla, visto che Lotito difficilmente esonera. Credo che il suo profilo sia adatto per ripartire da zero.

Può essere l’allenatore giusto per aprire un nuovo ciclo?

Si, può essere il profilo giusto per aprire un nuovo ciclo, ma nessun allenatore sarà giusto per un salto di qualità fino a quando non ci sarà un cambiamento strutturale nel club, non ci saranno più risorse, non ci saranno tempistiche e metodi diversi, non ci sarà maggior organizzazione e non ci sarà più voglia di assecondare il tecnico e di farsi aiutare dall’allenatore. Lui ha idee chiare, un carattere che lo farà imporre, quindi può aprire un ciclo. C’è da dire che visto il contratto di un anno e tre mesi firmato, anche lui vorrà valutare bene la situazione e decidere con la società se rinnovare il contratto.

Sulle nuove gerarchie

Secondo te, quale sarà il nuovo modulo e le nuove gerarchie?

Sul nuovo modulo non ci sono dubbi, sarà il 3-4-2-1. Tudor oramai da anni ha questo modo di giocare, e credo che lui sia soddisfatto dei giocatori che ha per metterlo in atto da subito. Credo che le gerarchie cambieranno in base alle risposte che daranno i calciatori, lui è stato chiaro. Ci sono calciatori che sanno fare tutto e quelli che sanno fare una cosa sola, lui vuole quelli che sanno fare tutto. Giocatori come Cataldi sono specializzati per un certo tipo di funzione in campo, mentre lui vuole giocatori  con strappo, aggressione sull’uomo, inserimento e ripartenza. Per questo credo che ripartirà da questi principi per poi pensare a delle nuove gerarchie.

Inizialmente si affiderà ai più forti tecnicamente come Felipe Anderson largo a sinistra nei quattro con un accorgimento tattico. La Lazio difenderà a quattro uomini, quindi a Felipe non sarà richiesto di fare tutta la fascia. Sulla trequarti, invece, si affiderà a Luis Alberto e come terminale offensivo a Ciro Immobile. Poi dipenderà dalle loro risposte.

Le parole su Sarri: “Sarri non è l’aziendalista che Lotito pensava potesse essere”

Lazio Sarri

Foto: profilo X Lazio

Cosa non ha funzionato con Sarri?

Sarri è stato delegittimato dall’estate, è diventato da un potenziale complice per una stagione così importante ad essere il nemico. Sarri non era l’aziendalista che Lotito pensava potesse essere. Quando ha visto che un po’ tutti stavano scaricando su di lui le responsabilità, ha incominciato a dire chiaramente quello che pensava della squadra, degli obiettivi e della visione diversa che aveva con il club. Da lì in poi è stato utilizzato come parafulmine sia dai calciatori che da Lotito stesso, non a caso poi ha dovuto gestire situazioni contrattuali di giocatori che erano in rotta con la società, e che lo hanno portato ad avere meno motivazioni e disponibilità. Quando si è dimesso non a caso Lotito ha dato la colpa ai calciatori, che ora sono i maggiori colpevoli di tutto quello che è successo.

La società avrebbe potuto offrire un rinnovo a Sarri per dare un ‘ultimatum’ ai calciatori?

Si avrebbe potuto farlo. La terza alternativa, oltre le dimissioni e l’esonero, era che lo legittimassero con un rinnovo del contratto nel momento peggiore. Il fatto che non sia stato fatto è perché non c’era la volontà comune di andare avanti insieme, questo era un discorso avviato da tempo. Sarri, con le sue dimissioni, ha solamente anticipato una mancanza di visone comune che era abbastanza evidente.

 

 

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