La vittoria dell’ultima edizione della Coppa delle Alpi, proprio come la Coppa delle Coppe del 1999
Se è vero che “il primo amore non si scorda mai”, è anche vero che il primo trofeo resterà indimenticabile nella memoria di chi lo ha vissuto.
Le bandiere anni ’60
Da ragazzino, verso la fine degli anni 60, calcavo stadi spesso importanti come quello di San Siro, Torino oppure Bologna.
Fuori dello stadio, negli occhi di quel bambino, si accendevano i colori delle bandiere dei rivenditori di gadget, bandiere di squadre che andavano per la maggiore. I loro importanti trofei apparivano in primo piano. Squadre come Inter, Milan e Juve potevano vantare un palmares che quel “povero” ragazzo della Lazio se lo sognava.
La nostra bandiera, se appariva, conteneva a malapena e non sempre, quella coccarda bianco rosso e verde della Coppa Italia del 1958.
la Coppa delle Alpi
Ma nell’estate del 1971 si palesò una sorpresa inaspettata.
La Lazio partecipò all’ultima edizione della Coppa delle Alpi; era un torneo a invito che si giocava in Svizzera, tra 4 squadre italiane e 4 squadre rossocrociate.
Prima fase a Gironi
La prima fase era divisa in due gironi; nel girone della Lazio c’erano anche la Sampdoria, il Lugano e il Winterthur. Le squadre italiane si scontravano solo con le squadre svizzere.
Le partite
La lazio giocò 4 partite; ecco i risultati e i marcatori biancocelesti:
Lazio Lugano 4 a 0, Manservisi, Fortunato, autogol di Berset e Chinaglia
Lazio Winterthur 4 a 1, Chinaglia, Chinaglia, Chinaglia, Mazzola
Lugano Lazio 2 a 2, Fortunato e Chinaglia
Winterthur Lazio 2 a 5, Manservisi, Facco, Fava, Dolso, Morrone
La finale
Giocata il 25 giugno 1971, vide di fronte Lazio e Basilea, vincitrici dei propri gironi.
Dopo essere passata in vantaggio con Manservisi al 42esimo, fummo raggiunti dal momentaneo pareggio che scatenò l’entusiasmo dello stadio svizzero.
Ma i festanti e speranzosi spettatori locali, tutti con orologi precisi e ben settati, non avevano ben compreso cosa si sarebbe scatenato negli ultimi 15 minuti della partita.
Il trascinatore biancoceleste Giorgio Chinaglia li fece masticare amaro; e per i produttori di cioccolata al latte per antonomasia, quell’amaro gli andò proprio per traverso.
Il Chinaglione si scatenò proprio nel momento cruciale della partita; siglò al 76esimo la sua prima rete della serata, bissata all’86esimo con un calcio di rigore.
Vincemmo 3 a 1 e Chinaglia risultò il bomber più prolifico in quel torneo con 7 reti.
Alzammo quel trofeo che rimane tuttora il primo trofeo internazionale della ss Lazio.
Una stecca di cioccolata dolce che, per noi appena retrocessi in serie B, stemperò l’amarezza di quella stagione appena terminata.
Per chi lo ha vissuto, fu un momento indimenticabile che, evidentemente, segnò il nostro futuro. Il destino si accorse di noi. 3 anni dopo, vincemmo lo scudetto più incredibile della storia del calcio italiano.
Fu così che quel bambino in festa, negli anni a seguire, vide riempirsi finalmente di importanti trofei la sua amata bandiera