Dietro storie diverse di ragazzi oramai professionisti, c’è un cuore a cui non si può comandare. E allora forse si può sperare in un futuro migliore
“C’è ancora speranza in un umanità migliore”. Forse sono parole grosse, se accostate al mondo del calcio e specificamente ai colori biancocelesti.
C’è aria nuova però che circola in questi ultimi mesi. Si respira un profumo di altri tempi, di attaccamento alla maglia, di valori perduti. E tutto questo, persino nell’epoca dei trasferimenti milionari in medio oriente o nella premier League.
Sia chiaro, le somme in ballo sono stratosferiche e non si può a nostro avviso “discutere” una scelta quando ci sono in ballo cifre da capogiro come queste.
Ma, in un calcio che sembra rispondere solamente alle logiche del dio denaro, gira sempre quella frase che recita “i giocatori sono professionisti e vanno dove li pagano di più“. Maledetta e agghiacciante, per noi appassionati ed aggrappati ad una fede calcistica fino alla morte.
Emanuele, Luca e Nicolò
Dicevamo però che forse, nel mondo Lazio, si comincia a intravedere qualcosa di nuovo, anzi di antico!
Che cosa? Le storie di Luca Pellegrini, di Emanuele Valeri e di Nicolò Armini che, ognuno a modo loro, stanno a dimostrare la trasversalità della loro Lazialità. E allora, in nome di questo immenso amore, vale la pena “rischiare” anche del denaro, vale la pena mettere in pericolo dei contratti importanti, delle prospettive interessanti. Tutto ciò, può essere messo a rischio se si intravede la possibilità di vestire quella maglia, quei colori che ti sono dentro e fuori, tatuati come un bacio della donna più ammaliante e che non ti lascerà mai più!
..e allora grazie!
Grazie ragazzi, il vostro amore insegna tanto, anche a noi che abbiamo superato il mezzo secolo da tempo! Il futuro in mano a voi e ai vostri figli è la giusta ricompensa per noi, per donarci quella serenità di un futuro di valori morali, che possa garantire lunga vita alla fede, al sogno, al cuore, al sentimento, all’amore per questi amati colori!