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S.S. Lazio, Alessandro Nesta: aveva sette anni e giocava nel ….

Un capitano coraggioso ritorna in Serie A

by Valentino Valentino
0 comments Alessandro Nesta - Foto Twitter personale del giocatore

Capitani coraggiosi, Alessandro Nesta: aveva sette anni e giocava a calcio nel Cinecittà

Alessandro Nesta aveva 7 anni e giocava a calcio nel Cinecittà. Francesco Rocca lo voleva portare alla Roma; intervenne il padre Giuseppe, integralista laziale, che bloccò tutto. L’anno dopo, Giuseppe lesse di un provino della Lazio sul Corriere dello Sport, nonostante quel giorno stesse malissimo si imbottì di medicine ed  accompagnò il piccolo Alessandro al campo. Così, Nesta divenne un calciatore della Lazio.

Il padre faceva un doppio lavoro, era ferroviere e trasportava l’acqua minerale con i furgoni. La mamma era una casalinga. Erano una famiglia umile, onesta, che viveva la Vita in maniera dignitosa. Ad Alessandro non é mai mancato nulla; appena ha cominciato a guadagnare nel professionismo ha voluto sistemare le cose della famiglia perché i genitori se lo meritavano.

La prima volta che Alessandro affrontò Totti, entrambi avevano 8 anni.  Nesta da centrocampista (con la maglia della Lazio) e Francesco nella Lodigiani.  Già all’epoca si percepiva quanto fossero forti. Da sempre, Alessandro ha avuto un ottimo rapporto con Francesco ed i suoi genitori.  Ci fu solo un momento d’attrito quando l’altro, nel derby, espose la maglia “Vi ho purgato ancora”, ma erano ragazzi ed Roma nelle stracittadine c’è grande pressione. Troppa.

Nesta, aveva sette anni e giocava a calcio…

La stracittadina per chi nasce nel Tevere è una partita tosta, particolare e spigolosa. Nesta l’ha vissuta sempre male, nonostante poi in carriera abbia giocato anche tante gare da Champions (vincendola). Il calciatore, con l’Aquila sul cuore, ha sempre sofferto emotivamente il Derby perché Roma è una città in cui questa partita è più importante di tutto.

Curva Nord Lazio

© Antonio Falaguerra – Lazio Live TV

Una pressione che vive male anche gran parte della tifoseria. Questa partita condiziona molto. Condiziona sia la vita privata sia, addirittura, l’andamento della stagione professionale di un allenatore. Ma la Lazialitá ha tanti pregi: l’attaccamento febbrile alla maglia, alla squadra, ai colori, al nostro straordinario cuore biancoceleste.

Il difetto è che a volte si parla troppo quando si perde, ci si demoralizza facilmente, si butta tutto alle ortiche per una sconfitta. bisogna essere forti e saper ripartire.

Sabato, Alessandro esordirà con il Monza da allenatore in Serie A. Chissà se penserà per qualche attimo al campo di Cinecittà dove é partito tutto.

Avanti Alessandro, capitano coraggioso.

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