Enrico Montesano, ieri, ha commentato con leggerezza i suoi 80 anni
Ieri, Enrico Montesano ha commentato con leggerezza i suoi primi 80 anni appena compiuti. In un’intervista al “Corriere della Sera“, l’attore romano ha ripercorso alcuni passaggi importanti della sua vita, tra ricordi, scelte personali e qualche rimpianto.
L’attore nato a Roma, che il 7 giugno ha spento ufficialmente ottanta candeline, si sta preparando a tornare sui palchi di tutta Italia. All’inizio dell’anno prossimo andrà in scena con uno spettacolo dal titolo: “Ottanta tanta voglia di stare con voi“. Un mix di canzoni, monologhi e sketch, dove troveranno spazio anche episodi divertenti della sua vita. Come ha raccontato lui stesso, ha posticipato la sua prima notte di nozze per poter seguire lo sbarco sulla Luna in televisione. “La prima notte di nozze l’ho consumata alla seconda”, ha commentato ridendo.
Quando riflette su ciò che ha compreso con il tempo, l’uomo che tifa Lazio ha detto: “Con l’età ho imparato che è meglio mordersi la lingua“. Parlare poco, giudicare di meno.
Enrico Montesano: la leggerezza dei primi ottanta anni
Non tutto, però, è andato come avrebbe voluto. Tra le scelte che valuta con più spirito critico c’è l’essersi avvicinato alla politica, un percorso che, a suo dire, non gli ha portato altro che guai. Dopo diverse esperienze, ha ammesso di essersi allontanato del tutto dal mondo politico. Con malinconia, ha asserito: “Sì, ho fatto un po’ di pasticci. Oggi ho smesso di fare casini, ho preso le distanze dalla politica. Vivo il disincanto e una certa delusione“.
Altro episodio che rievoca con una certa ironia è l’eliminazione dal programma ‘Ballando con le stelle’, a causa di una t-shirt con simboli ritenuti inappropriati. Ha minimizzato l’accaduto con una battuta delle sue : “Ho anche una maglia di Che Guevara ed una di Mao. Conservo pure la canottiera sudata di Filippide e un paio di pantaloni cartaginesi”.
Parlando dei suoi colleghi, ricorda con affetto e rispetto Gigi Proietti, citando una forte stima reciproca e una “sana competizione”. Su Carlo Verdone accenna a un certo rammarico: “Peccato che non abbia più voluto lavorare con me”. Di Paolo Villaggio, invece, dice che poteva sembrare ruvido, ma gli ispirava anche tenera simpatia. E aggiunge un dettaglio curioso: “Diceva che tra attori non ci si chiama mai. Aveva ragione”.
Tanti auguri Enrico, anche se in ritardo e … forza Lazio.