Roma, la venerazione di Mourinho è l’effetto di una narrazione mediatica fasulla: Mou ha fallito!

Media invasati e faziosi contribuiscono alla venerazione incondizionata di un personaggio ormai diventato irritante.

by Pasquale Moretti
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Roma, la venerazione di Mourinho è l’effetto di una narrazione mediatica fasulla: Mou ha fallito!

La Roma perde la finale di Europa League e Mourinho, come cosi pare, sembra essere destinato alla partenza. A distanza di due anni dall’apporodo del tecnico portghese sulla panchina giallorossa, è tempo di tracciare un bilancio.

Sia chiaro, il raggiungimento di una finale di prestigio come quella disputata ieri, è senz’altro un traguardo importante e di cui tener conto. Vanno fatti i complimenti alla Roma e qualsiasi persona intellettuamente onesta riconoscerebbe quest’ottimo risultato. Ma, la finale di ieri, non può oscurare un percorso che dura ormai da due anni e che troppe volte è stato narrato, propinato e gonfiato come un qualcosa di epico.

Josè Mourinho approda alla roma nell’estate 2021. Viene presentato con la solita fanfara a seguito ed il solito clamore mediatico che contraddistingue la stampa italiana, piu specificamente quella romana . Il tecnico viene ingaggiato con un contratto da circa 20 milioni netti in 3 anni. Allo special one , viene messo a disposizione un budget importante allestire la squadra e la Roma, si ritrova a concludere il mercato con una spesa di 110,42 mln (dati trasnfmarket).

Su tutti spiccano gli acquisti di Abrham (41 mln), Shomurodov (18 mln), Vina (13 mln), Kumbulla( 27 mln), ibanez (9 mln), Rui patricio (6 mln), gran parte di questi finiti nel dimenticatoio. I giocatori acquistati, più quelli gia aventi in rosa, garantiscono a Mou una rosa di tutto rispetto, lunga e competitiva. Nonostante ciò, la Roma fa fatica e chiude la stagione al sesto posto e con la vittoria di una coppa dal livello più che discutibile. Basti pensare al livello delle squadra che vi partecipano, quali Zorja, Randers, Aleskert, ecc.. Insomma, non proprio il non plusultra del calcio europeo.

Tutto questo però basta ai tifosi per perseguire nella venerazione di Josè. il tutto fomentato dalla stampa che, non sottolinea la spesa economica alla quale ha sottoposto la Roma, il pessimo gioco espresso in campo e le sue patetiche ed ormai irritanti uscite in conferenza o nel post partita, ma anzi, calca la mano e incensa Mou facendolo diventare una specie di Guru. Forse semplicemene perchè la Roma non portava a casa un trofeo da circa 15 anni.

Veniamo ora all’anno  corrente. Josè chiede rinforzi, (per lui la rosa è corta e di poca qualità) e la Roma, attuando un ottimo processo di sfoltimento della rosa, gli mette a disposizione Paulo Dybala, Georgino Wijnaldum, Andrea Belotti( fortemente voluto dal tecnico) e Zeki Celik. Stavolta i giallorossi, avendo disperato bisogno di recuperare parte dell’investimento dell’anno precedente, spendono poco in relazione ai cartellini, ma vedono lievitare il proprio monte ingaggi. Infatti la Roma diventa la 3 rosa col monte ingaggi più elevato.

La stagione comincia e la Roma, tra alti e bassi, le solite lamentele del portoghese che ormai rifiuta anche di rispondere alle domande degli opinionisti, il solito pessimo gioco, si ritrova al settimo posto in campionato ma con una finale di Europa League conquistata. Finale persa come sappiamo benissimo.

Ci risiamo però, la stampa non vede nulla di tutto ciò, continua ad idlotrarare un personaggio che nel giro di due anni, nonostante gli investimenti e nonostante il suo ingaggio monstre, non è stato capace di accedere alla fase gironi di Champions e addirittura quest’anno rischia di rimanere fuori anche dall’Europa League. Un personaggio che non fa altro che aggrazziarsi l’ambiente con le solite frasi patetiche, da condottiero consumato e vittima del suo stesso personaggio ma , che a quanto pare, attecchisce soprattuto sui tifosi giallorossi ormai completamente assuefatti dal portoghese.

Quante volte poi abbiamo sentito dire o abbiamo letto di un Mourinho “che ha riportato i tifosi allo stadio”, il tutto a sminuire il lavoro fatto dalla società che, forse qualcuno se n’è dimenticato, sin dal loro arrivo hanno adottato una politica di abbattimento dei costi dei biglietti. Insomma, Josè è in grado di accentrare tutto su di se, di prendersi i meriti di tutto il buono fatto ( ben poco) e di oscurare  il “marcio”.

A scanso di equivoci, tocca ripeterlo: La finale di Europa League è un grande traguardo. Il punto è che tocca analizzare tutto il percorso, e se lo si fa bene, senza essere faziosi, si scopre che c’è ben poco da esultare e soprattutto, da idolatrare.

 

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