Roma, Figli della Lupa e abili coreografi: tra reato e derisione

by Patrizio Trecca
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Roma, quando i figli della lupa passano inosservati

La finale di Europa League tra Siviglia e Roma ieri non si è giocata solo sul campo, ma anche sugli spalti. Una lotta “artistica” tra tifoserie che ha riempito pagine di giornali con tanto di complimenti e ghirigori, spesso fraintesi per mancanza di cultura o per volontà.

Da una parte gli andalusi hanno esposto un bellissimo striscione “Imperium Nostrum” celebrando i sei trofei vinti (fino a ieri). I tifosi giallorossi si sono espressi in un maldestro tentativo di ergersi a figli unici di Roma, proponendo un “Figli della Lupa” sbilenco e mozzo.

Matteo Gribaudi/Image Sport: Coppa Europa League Trofeo

La coreografia della curva romanista ha dapprima suscitato ilarità, perché leggendo “Igli della lypa” non poteva essere altrimenti ma poi, andando ad approfondire, non poteva passare inosservato il nesso storico con l’epoca fascista. Sorvolando sul fatto che le “Lupae” in epoca romana erano a tutti gli effetti delle prostitute, ciò che è saltato di più all’occhio è stato l’evidente richiamo ai Figli della Lupa. Ovvero quell’organizzazione fascista che dal 1936 vedeva iscritti (per obbligo) tutti i bambini italiani, marchiati sin dalla nascita.

Gran parte dei quotidiani italiani ha apprezzato a gran voce la coreografia della Roma e, nonostante i chiari errori “coreografici”, ha sorvolato su quello che in casa Lazio è costato spesso (fin troppo) squalifiche, ammende e chiusure della Curva Nord.

Basti pensare che l’8 gennaio 2023 il club andò incontro alla chiusura della curva in occasione della gara tra Lazio ed Empoli, vedendosi respinto un ricorso più che plausibile. Inoltre sulla tifoseria della Nord pende ancora una sospensiva di 12 mesi, in seguito ai presunti cori intonati durante il derby di ritorno vinto contro la Roma.

Non si può tollerare nessuna forma di razzismo o discriminazione, ma neanche l’estrema superficialità con la quale alcuni certi eventi vengono trattati e talvolta volontariamente mutati in “spettacolo alla Puskas Arena”. L’unica cosa certa è che quella proposta dai tifosi della Roma è stata una “coreografia da brividi”, un po’ come l’assenza di deontologia in cui spesso troppi quotidiani ricadono.

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