Storie di Lazio. 1984: storie di un Pisa Lazio e di una finale di Coppa dei Campioni
Il 13 maggio del 1984, all’ultima di campionato di serie A, la Lazio era impegnata a Pisa per la salvezza; occorreva almeno un pareggio per evitare che i pisani beffassero all’ultimo i biancocelesti scavalcandoli in classifica.
10.000 tifosi laziali invasero Pisa e alla fine fu un 2 a 2 con doppietta di Bruno Giordano, che ci consegnò la salvezza all’ultima giornata.
Riempimmo da Roma tantissimi pullman, molti dei quali partivano da Piazzale Clodio e che erano quelli organizzati dai mitici club di via Simone de Saint Bon.
La sera al nostro ritorno a Roma si scateno l’inferno. Perché a Roma?
Proprio quella sera, i cugini erano in fila allo stadio Olimpico per prendere i biglietti della finale di Coppa Campioni che si sarebbe giocata in quello stadio il 30 maggio 1984, tra Roma e Liverpool.
Incontri
Il nostro pullman, per tornare a Piazzale Clodio, ebbe la malaugurata idea di passare davanti all’obelisco sul lungotevere del ponte duca d’Aosta, dove a migliaia, i tifosi romanisti erano pronti per passare la nottata in fila, al fine di accaparrarsi la mattina dopo gli agognati biglietti della finale.
Qualcuno di loro, sostava nei pressi dell’obelisco in attesa del ritorno dei cugini dalla trasferta toscana, evidentemente, per avere un contraddittorio filosofico sulla evoluzione dell’essere umano nella vita contemporanea.
Quando il nostro mezzo giunse in quella zona fermato dal semaforo rosso, ci fu una forte pressione “esterna” per ottenere questo contraddittorio culturale. Quindi, all’interno del pullman, facemmo una selezione veloce delle menti culturalmente e filosoficamente più evolute, e vi posso assicurare che il gruppo era nutrito, al fine di scendere e accettare l’invito.
Uscimmo coraggiosamente ma dopo pochi secondi risalimmo opportunamente in pullman essendo scattato il semaforo verde; proseguimmo per tornare a piazzale Clodio, e per evitare ulteriori danni al mezzo.
Successivamente, la finale a Roma vinta dal Liverpool e i beffardi balletti del portiere Grobbelaar al momento dei rigori, resteranno impressi in tutti quei ragazzi biancocelesti che come me, riuscivano a godere sopravvivendo in una capitale dall’aria quasi irrespirabile.
Insomma: salvezza della Lazio ottenuta, vittoria del Liverpool ottenuta, sfottò pronti che sarebbero stati tramandati di padre in figlio e magliette e bandiere con coppe mai arrivate da dare in beneficenza. Per il momento, era tutto ciò di cui potevamo godere.