La Lazio di un tempo: stagione 1971-1972, se non sono “matti” non li vogliamo
Scorrendo i post dei social, mi sono imbattuto in una foto della Lazio, stagione 1971-1972; fu protagonista in serie B, tanto da guadagnarsi la promozione.
La formazione
Guardando la formazione, un po’ a testare la mia memoria di vecchio laziale, ho provato a dare un cognome a tutti i giocatori.
A un certo punto mi fermo. Ma dai, è proprio lui….
Molti, nei commenti, facevano fatica a riconoscerlo, scambiandolo per Di Vincenzo o Sulfaro.
Insomma, parliamo del portiere.
Ma chi è?
Una delle tante cose che ho imparato nella vita è; non dare mai torto a chi dice che i portieri sono tutti “matti”. Non c’è storia, hanno pienamente ragione.
E infatti, me lo ricordo bene quel “matto”. Ma chi è?
Claudio Bandoni, classe 1939, ottimo portiere di origine toscana, una meteora in quella Lazio; giocò solo quella stagione.
I blackout
Ma cosa aveva questo giocatore che aveva attirato la mia attenzione, tanto da rimanermi così impresso nella memoria?
Faceva un cosa unica; una cosa che ti faceva andare in “catalessi” più volte nell’arco della partita. E siccome, abitando nel nord Italia, potevo andare a vedere la Lazio solo in trasferta, quella cosa mi faceva letteralmente sobbalzare sullo “spalto nemico”.
Ma che faceva?
Ogni volta che la squadra avversaria tirava verso la sua porta e lui “battezzava” fuori il tiro, si alzava dalla classica posizione di attenzione del portiere, e passeggiava lentamente, guardando negli occhi colui che aveva tirato. Forse in segno di sfida? Mah, insomma, un “pazzo scatenato”.
Ogni volta che rimaneva in piedi, incurante della palla che sfrecciava verso la sua porta, ci “obbligava” a seguire il corso del pallone, letteralmente pregando che non si insaccasse.
I tifosi avversari che sobbalzavano sui seggiolini sperando in un gol, imprecavano alla iella e regolarmente, si rimettevano a sedere. “Ecco, bravo, arimettete a sède” pensavo dentro di me.
Ma te possino … Quante volte me la sono fatta sotto, seguendo il tragitto di quel pallone. Però, alla fine, aveva sempre ragione lui.
Evidentemente, si trovava bene in quella squadra in cui erano “matti” anche i suoi compagni.
La rosa 1971-1972
Scorrendo tutta la rosa di quell’anno, si contano diversi protagonisti della formazione dello scudetto che vinceremo 2 anni dopo:
Moriggi, portiere
Facco, terzino destro
Martini, terzino sinistro
Oddi stopper (lo stopper era colui che si “occupava” di marcare il centravanti avversario)
Wilson, libero (il libero è il difensore centrale piazzato dopo la linea difensiva; il cosiddetto ultimo uomo)
D’Amico, fantasista
Manservisi, centrocampista
Nanni, mediano
Chinaglia, centravanti
Maestrelli, allenatore
Quanto è stata importante quella squadra che ci ha permesso di essere promossi in serie A e volare, fino a quello scudetto “impossibile” di quel maggio del 1974.
E ha contribuito anche lui, quel bravo, pazzo portiere col … “blackout”