Guerino Gottardi si racconta e parla del suo rapporto con Zeman.
Guerino Gottardi, uno degli eroici calciatori dell’era Cragnotti, si racconta alla stampa e parla, sviscera e rivela del suo arrivo alla Lazio e del rapporto con mister Zeman.
Simpaticamente, lascia un breve racconto sul suo approdo in biancoceleste e sul suo “quotidiano interagire” con il mister. Ecco a tutti: “Non credo mi abbia voluto lui (Zeman), ma fa niente. Ci ha insegnato il gioco d’attacco, e tornerà buono negli anni seguenti. Rigido negli schemi, ma faceva anche tante battute, persino troppe, al punto che a volte mi giravano le scatole. Il primo anno io ero un po’ spaesato e trovo due insegnanti fantastici per conoscere Roma: Aron Winter e Roberto Di Matteo. Che serate, ragazzi. Solo che al mattino Zeman ci sottoponeva al rito del peso, e per me erano guai. Winter e Di Matteo salivano prima sulla bilancia, raccontavano al mister le nostre avventure della sera prima e insomma, per così dire, mi sputtanavano… così arrivavo io, la lancetta segnava qualche etto di troppo e Zeman, subito: Che ti sei mangiato insieme a tuoi amici, pietre? Io ribattevo che non poteva sgridare solo me, ma anche loro, e lui: “Loro possono, perché giocano nazionale… tu non giochi nazionale e non puoi mangiare così”. Tutti a ridere, e all’inizio pure io, ma poi dopo un po’ diventava pesante. “Vabbè dai, ho lo stesso un buon ricordo del mister.”
La Lazio degli anni ’90 era anche questo. Un calcio antico, vero e dai rapporti più umani ed ironici. Altri tempi …!