Lazio Primavera si ferma al play off, ma continua il sogno…
La Lazio Primavera si è fermata ma il sogno continua… – Delle volte mi chiedo; ma possibile che a 64 anni sono ancora qui? A soffrire dannatamente per un traversone nell’area biancoceleste. A spingere quell’aletta che vola come il vento tra spilungoni che cercano in tutti i modi, leciti e non leciti, di fermarlo, di fiaccarne gli ardori psicologici. Poi ti arrabbi ed imprechi per un controllo fatto male che regala la palla all’avversario. Insomma, sono ancora qui, caparbiamente, a soffrire per un amore che spesso neanche ti contraccambia, ma che riesce ancora a riempirti il cuore.
Lazio Primavera e il sogno – L’AVVERSARIO, SEMPRE LORO…
Ed eccoli, ancora lì, con quelle maglie di quel colore che non riposa la vista, che ti ispira sentimenti che a volte è meglio non scrivere. I colori del cielo contro i colori dell’inferno, è sempre la stessa storia. Li vedi lì, di fronte a te, che per stendere uno striscione ci hanno messo mezz’ora. Sono sempre loro, e vengono alla mente ricordi di tante battaglie. E ce li hai ancora lì, a sperare in un buco, in un tunnel, in un errore che li faccia mestamente raccogliere quella palla in fondo al loro “sacco”. Ieri due gol non sono bastati. Ma io sono ancora qui. L’ultima volta che avevo visto dal vivo le loro maglie è stata il 26 maggio 2013…
Lazio Primavera e il sogno – SUGLI SPALTI
Sugli spalti, lezione di tifo, come sempre. Forse loro, intimiditi dalla struttura del Viola Park che noi abbiamo conosciuto invece sabato scorso. C’erano diversi appartenenti al Lazio Club Alta Toscana Prato, e diversi toscani che hanno deciso di vivere questa serata dalla parte “giusta” dello stadio. I nostri cori nella tribuna “Cattolica” e gli incitamenti anche nei momenti di difficoltà mi hanno fatto tornare indietro nel tempo. Ma che ve lo dico a fare se leggete queste righe, scegliendo di essere laziali, di non essere come loro…
IN UNA BELLA SERATA, IL NEO…
Al fischio finale che sanciva anche la fine di una stagione straordinaria di questi ragazzi, terminata con una gara gagliarda come quella di ieri sera, mi sarei aspettato un saluto. E non solo io. I ragazzi, alla spicciolata, forse delusi perchè ci avevano creduto più loro che noi tifosi, si dirigono verso gli spogliatoi. E no! Anche il mister e lo staff avrebbero dovuto dare un segnale. Ma invece niente. La tribuna biancoceleste li ha attesi, invano. E’ un segno, mi dispiace, ma lo sappiamo da che dipende. Questa è una proprietà che non riconosce alcun senso di riconoscimento e ringraziamento verso i tifosi. Troppo frequenti le dichiarazioni che non rispettano né la storia del club, né i tifosi che supportano economicamente questo club. E questo “non” rapporto, inevitabilmente si estende anche, non volendo, ai propri dipendenti. Questo campionato della prima squadra ne è la prova. Dispiace per i ragazzi che avrebbero guadagnato un grande applauso e urla di incitamento da quei laziali che stavano ancora li, ad incitare e poi ad aspettare un gesto che non c’è stato.
Questo non cambia il nostro amore per un entità di per sé astratta, ma che nel corso della storia ha espresso valori etici, di prestazioni e di amore, che hanno preso corpo con le sembianze umane di giocatori e allenatori che hanno fatto loro quei sentimenti e quei valori.
Intanto, complimenti a questi ragazzi per una stagione da incorniciare. Nonostante tutto, una bella serata. Mentre io, resto ancora aggrappato a questo amore che non invecchia mai dentro di me. Il sogno continua, in attesa che si realizzi, un giorno, il sogno supremo!