Lazio, Parolo: “Estate simile a quella del 2016? Mi sembra una situazione completamente diversa…”
L’ex centrocampista della Lazio, ora opinionista per l’emittente Dazn Marco Parolo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Notizie.com. Ha parlato del suo arrivo alla società biancoceleste e anche dei allenatori avuti da lui a Formello. Ecco le sue parole:
“L’estate del 2014, quando il club chiamò Pioli per sostituire Reja e iniziò un nuovo ciclo, comprò il sottoscritto dal Parma e Dusan Basta dall’Udinese. Io e Dusan ci mettemmo pochissimo a capire dove stavamo: avevamo l’esperienza giusta per costruire in da subito con il mister un nuovo percorso. Altri, che arrivavano da altri campionati e da altre realtà, fecero più fatica. Ho visto che la Lazio sta seguendo gente come Tchaouna, Noslin, Samardzic: mi sembra una buona strada. Estate simile a quella del 2016? Mi sembra una situazione completamente diversa… Inzaghi aveva la forza di conoscere alla perfezione l’ambiente, ed è stata la sua grande forza nei suoi cinque anni alla guida della Lazio. Inzaghi conosceva ogni angolo dello spogliatoio, tutte le persone che lavoravano dentro e fuori Formello. Sapeva come prendere ed affrontare ogni persona. In più sapeva gestire i rapporti con il presidente e il direttore sportivo come nessun’altro. Era senz’altro un plus che gli ha permesso di raggiungere i traguardi che ha raggiunto alla guida del club. La situazione per me è completamente diversa: anche perché Baroni non è un tecnico giovane ed emergente”.
Lazio, Parolo: “Vedo molte più similitudini con il primo anno di Pioli”
“Vedo molte più similitudini con l’anno in cui arrivò Pioli. Pioli come Baroni era reduce da esperienze diverse e a Roma ha trovato il primo ambiente con ambizioni più alte. E ha saputo fare molto bene. Inzaghi invece era il classico allenatore giovane, in rampa di lancio, che voleva emergere. Ma dalla sua ha avuto la capacità di sfruttare la sua enorme conoscenza di tutto il mondo Lazio, che ha saputo gestire alla grande e che gli ha permesso di fare cinque anni quasi sempre ad alti livelli ed aprire e chiudere un progetto vincente”.