Lazio-Bologna e Sinisa…
Lazio Bologna e Sinisa – In un intervista al Messaggero, la moglie di Sinisa ci parla della sua nuova vita da vivere con l’assenza del suo amato marito. Un intervista che mette a nudo le difficoltà di una donna che adesso si trova ad avere da sola sulle spalle una famiglia.
Ma è un intervista che evidenzia anche un bellissimo gesto, fatto dalla società del Bologna nei confronti della Famiglia Mihajlovic. In un mondo dove si fa fatica a trovare gesti umani, dove il dio denaro la fa da padrone, c’è da registrare un nobile gesto… Queste sono le parole di Arianna:
“È la partita di Sinisa, tornerò allo stadio e mi riavvicinerò al calcio da cui mi ero allontanata. Ci tengono anche i miei maschietti, sono tifosi sfegatati della squadra biancoceleste“.
Arianna e la depressione: “Il professionista a cui mi sono rivolta ad un certo punto mi ha detto: Arianna, o ti rialzi e vivi per te e i tuoi figli, oppure ti lasci andare e te ne vai come Sinisa. Frasi forti, che mi hanno scosso e ricordato chi sono: vengo dalla borgata, ho avuto una palestra di vita molto pesante e oggi raccolgo i frutti di quella esperienza. Non lo nego, niente è come prima, ma ho dei figli meravigliosi e una nipotina. Ho deciso di vivere. Passo le giornate cercando di non stare a casa, non ci riesco, troppa memoria, almeno per adesso. Vedo le mie amiche, mi occupo degli affari che gestiva Sinisa, poi ho dei momenti di crisi da cui esco con l’aiuto dei miei figli”.
Arianna e il nobile gesto del Bologna FC: “Quando è stato esonerato, Sinisa non se lo aspettava e ci è rimasto molto male, d’altronde lo aveva anche detto. Non si sarebbe mai dimesso, voleva continuare perché la sua voglia di lottare era unica. Il Bologna ha scelto un’altra strada e non posso giudicare: ha onorato lo stipendio di mio marito fino alla scadenza del contratto. Un gesto straordinario, che in un momento di sbandamento mi ha dato delle sicurezze. Il presidente Saputo, Bergamini, Fenucci, Marchetti, Di Vaio: nessuno mi ha dimenticato, una società speciale e una città speciale. Anche con Sabatini c’era un rapporto pazzesco. La città ci era entrata nel cuore ancora prima della malattia. E durante il percorso di sofferenza è diventato un amore viscerale: le settimane in ospedale, la sofferenza al campo di allenamento. Tutto condiviso con gente meravigliosa”.
Ancora sulla partita di domenica: “I tifosi della Lazio sono speciali, non mi hanno mai fatto sentire sola. Amavano Sinisa come quelli del Bologna, sia chiaro. Due ambienti speciali”.
Sul rapporto con Mancini: “Con Sinisa hanno avuto vicende personali, forse incomprensioni, certamente chiarite con velocità. Negli ultimi giorni di vita, Sinisa mi aveva detto che Roberto era nel suo cuore come altri tre o quattro suoi amici. Lui non è mai mancato accanto a noi quando la morte si stava avvicinando”.
Sulla cura sperimentale per Sinisa: “Ricordo ancora il viaggio verso Roma, io e lui chiusi nel silenzio. Amò – mi chiamava così – a cosa stai pensando, mi sussurrava ogni tanto. Io gli facevo coraggio e lui mi gelò: sai, mi dispiace che i miei figli non avranno più un padre e che i miei nipoti non avranno un nonno. Dopo la ricaduta, la situazione si è aggravata e quando i medici non ci hanno dato più speranze, io mi sono confrontata con i miei cinque figli. Tutti insieme abbiamo deciso di non procurare un altro dolore a Sinisa. Oggi, un po’, questo pensiero ci tormenta: lo abbiamo tradito oppure amato, nascondendo la verità? Ancora non l’ho capito”.
fonte corrieredellosport.it