Se ne è andato col fragore di un tuono in un pomeriggio assolato.
Vincenzo D’Amico, capitano di una Lazio che non c’è più, se ne è andato col fragore di un tuono di un pomeriggio assolato. In un caldo primo di luglio, il golden boy della banda Maestrelli ci ha lasciati ancora più soli e frastornati. Un “ragazzino” capace di vincere uno scudetto, un tifoso della Lazio prima che calciatore, un serio e simpatico opinionista radio-televisivo non è più con la sua gente. Una malattia infida e bastarda lo ha portato via a tutti Noi.
Prendo in prestito le parole del poeta John Donne per ricordarlo, perché chi lo ha portato via agli affetti più cari non ha vinto! Ecco il testo:
“Morte, non essere troppo orgogliosa, se anche qualcuno ti chiama terribile e possente Tu non lo sei affatto: perché quelli che pensi di travolgere in realtà non muoiono, povera morte, né puoi uccidere me.
Se dal riposo e dal sonno, che sono tue immagini, deriva molto piacere, molto più dovrebbe derivarne da te ,con cui proprio i nostri migliori se ne vanno, per primi, tu che riposi le loro ossa e ne liberi l’anima.
Schiava del caso e del destino, di re e disperati, Tu che dimori con guerra e con veleno, con ogni infermità, l’oppio e l’incanto ci fanno dormire ugualmente, e molto meglio del colpo che ci sferri.
Perché tanta superbia? Perché tanta superbia? Trascorso un breve sonno, eternamente, resteremo svegli, e la morte non sarà più, sarai Tu a morire”.
No, la Morte non ha vinto. Vincenzo sarà sempre vivo nel ricordo e nei cuori di chi l’ha sempre amato.
Ciao Vincenzo, non camminerai mai solo ….
(Fonte: Facebook / John Donne / Lazio Live Tv)
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