Nuno Tavares, cosa si nasconde dietro l’atleta sotto i riflettori del calcio nostrano, con un aggancio musicale. The dark side of…
Nuno Tavares, the dark side of… – La ricerca dell’uomo, di ciò che non si vede ma che comunque fa parte del personaggio. La parte che forse completa il quadro di un ragazzo che sta facendo parlare di se per la sua “arte pedatoria”. Ma a noi non ci piace solo soffermarci sull’esteriore, e tentiamo un viaggio nel suo mondo, per avere una immagine a 360 gradi della personalità di questo atleta.
L’INTERVISTA CHE MOSTRA ALTRO DI SE’
Ieri ho assistito ad una breve intervista di DAZN a fine partita in tandem con Dia. La personalità che emerge dal ragazzo che parla ancora inglese, è quella di una persona pacata, schiva, molto timida. Attento a misurare le parole, con una voce quasi flebile e il volto sereno e disteso di chi, almeno esteriormente, sembra vivere in pace col suo io inconscio.
Tutto un altro Nuno quello che emerge, rispetto a quello che mostra in campo. Prorompente, straripante, solido, massiccio, che anche in fase difensiva non tralascia nulla al caso. Un atleta che fa della sua corsa e della sua fisicità, il marchio della sua esuberanza sul prato di gioco.
The dark side of Nuno Tavares – LA MUSICA
Questa impressione di riservatezza non può non collidere con le sue passioni personali. E una di queste è la musica, quella praticata, suonata, messa in campo, tanto per usare un gergo connesso con la realtà calcistica.
Il rapporto con la musica spesso deriva da una forte sensibilità personale, volta alla ricerca del bello, del sublime. La ricerca della perfezione che, si sa, non è di questa terra, spinge ad esplorare il mondo della melodia, che risuona nell’anima come un forte avvicinamento alla pace e alla serenità suprema dell’anima.
The dark side of Nuno Tavares – IL VIOLONCELLO
E la scelta dello strumento musicale da approcciare spiega come e quale mezzo usare per sfiorare l’armonia che più avvicina al Paradiso.
Il ragazzo a 15 anni ha dovuto scegliere tra la musica studiata sin da piccolo, e il mondo del calcio:
“Ho iniziato a suonare quando ero piccolo – rivelò – Ho iniziato con il bombardino (strumento musicale che appartenente alla famiglia degli ottoni, ndr). Quand’ero in quinta elementare, però, mi sono appassionato davvero alla musica. Mi sono stati dati tre strumenti tra cui scegliere: un violoncello, una viola e un violino. Ho puntato sul violoncello perché era più grande e più difficile da suonare”. (fonte sport.virgilio.it)
Potremmo ora ribaltarci sul mondo del calcio che è più “terreno” rispetto al quel mondo fatto di note che incontrano l’anima? Ma è così che forse, un grande giocatore che fa del suo meglio per migliorarsi e continuare a stupire il calcio, debba il suo successo alla sua sensibilità caratteriale e artistica!
Benvenuto nella Lazio, caro Nuno Albertino Varela Tavares. Continua a suonare il tuo strumento calcistico come stai facendo, e avrai un parterre de rois che amerà i tuoi “concerti” sul prato dell’Olimpico.
Il popolo laziale già ti ama e ti aspetta. A giovedì, per il prossimo concerto d’amore!