Como-Lazio: in riva al lago l’ultima partita del Maestro
Il 16 maggio 1976, a Como, mister Maestrelli diresse dalla panchina per l’ultima volta la Lazio. La squadra, come in un film drammatico, pareggiò la gara per 2 a 2 e si salvò in extremis. Fu una gioia immensa, ma velata da un triste e maledetto presagio.
Al 90’, i tifosi che avevano viaggiato nella notte per accompagnare la squadra fino alla Svizzera entrarono in campo, per esultare insieme ai giocatori. Una festa dal sapore amaro, diversamente vissuta da quella di quel Lazio-Foggia di due anni prima, ma ugualmente appassionata e struggente.
I tifosi biancazzurri, dell’epoca, non dimenticheranno mai quel momento. L’esultanza di un giovane Bruno Giordano o il volto stravolto dalle lacrime di Roberto Badiani, erano un po’ quelle di tutti noi. Idealmente, alla fine, tutti portarono in trionfo Tom, il vero artefice di quella salvezza che, a distanza di quasi mezzo secolo, ha ancora del miracoloso.
Como – Lazio: l’ultima struggente partita di Tom
Ci salvammo. Il Presidente Lenzini, per la stagione successiva, costruì una Lazio molto più forte, per non soffrire più.
Storia. A luglio Lenzini ricevette una telefonata dal presidente del Como, Alfredo Tragni. Lo aveva cercato per provare a cedergli un giocatore in prestito, dal momento che nei Lariani non riusciva a trovare spazio. Parlarono a lungo di tal Paolo Rossi. Tragni si sperticò in elogi sul calciatore e formulò una proposta economica. Il Sor Umberto lo mise in stand bye, si consultò con Bob Lovati, in attesa delle notizie del Calciomercato. Al termine della telefonata, il sor Umberto disse al collega: “Senti.. facciamo una bella cosa. Dammelo un Rossi, ma dammi quello vero”. E così, il Campionato seguente, furono i riccioli di Renzo Rossi a trotterellare per Tor di Quinto. L’altro Rossi, lo sconosciuto ed esile Paolo Rossi, avrebbe trovato spazio in una squadra piccola ma dal nome mitologico: il Lanerossi Vicenza. Poi sappiamo bene come quel Rossi fece esultare tutti gli italiani al Mundial del 1982!
Riflessioni. Qualcuno, tra noi Laziali dal passaporto antico, negli atteggiamenti di Marco Baroni rivede la mitezza e la l’umiltà del “Maestro”. È nelle nostre corde il cercare di rivivere quelle sensazioni, quella squadra bella e maledetta: la Lazio di Maestrelli. Successe anche con Simone Inzaghi. Curiosa analogia. Al termine delle partite all’Olimpico, i suoi bambini giocavano a pallone sotto la Nord, cercando di gonfiare la rete. Il pubblico accompagnava i loro tentativi con gli Olé. In quei momenti, in molti rivivevano le corse di Massimo e Maurizio, i gemelli di Tommaso sul prato di Tor di Quinto al termine degli allenamenti infrasettimanali.
Conclusioni. I Laziali sono tifosi appassionati e romantici. Andranno a Como carichi di speranza e con Tommaso nel cuore. Avanti Lazio, con fiducia, per vincere e ricordare un Mito!
(Fonte: www.sslazio.org)