Alessio Romagnoli

S.S. Lazio, guida tecnica: cosa c’è nel futuro immediato dei biancocelesti

Il pensiero del Laziale ottuagenario

by Lazio Live TV
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Cosa c’è nel futuro della Lazio?

Dopo l’eliminazione dalla Champions una domanda è d’obbligo: cosa c’è nel futuro della Lazio? La sconfitta di Monaco di Baviera pone domande serie sul futuro della Lazio, di mister Sarri e sulla sua panchina. L’allenatore toscano è ai ferri corti con il proprio presidente sul tema del calciomercato, nonostante in estate la rosa sia stata cambiata molto per venire incontro alle sue esigenze. Semplicemente, quest’anno, Maurizio Sarri non sembra essere riuscito a trovare la chiave giusta  per la conduzione della squadra.

Da un punto Sportivo la risposta alla domanda del titolo è relativamente semplice.

La Lazio è una squadra incredibilmente fragile, che non controlla mai il contesto e che si rimette alla volontà degli avversari. Non regge l’urto dei grandi attacchi, soprattutto in Europa, lasciandosi schiacciare nella propria area.

È difficile mantenere in piedi il proprio sistema difensivo per tutti i novanta minuti di gioco. Non è un caso che ci siano state gare, come ad esempio quella col Bologna in casa, in cui la Lazio è partita alla grande ma, alla lunga, ha finito per rimanere preda dei soliti errori.

Matteo Guendouzi / Foto: profilo X SS Lazio

Anche offensivamente la Lazio sembra più dipendente, rispetto alle scorse stagioni, dal talento dei propri giocatori migliori. Il fatto che Guendouzi, un centrocampista di grande sostanza con la sua capacità di correre in avanti con la palla e indietro senza, sia uno dei migliori giocatori di questa stagione è indicativo dei problemi strutturali dei biancocelesti.

Ci sono poi alcune scelte nella gestione dei giocatori difficili da capire. Per esempio, se l’idea della Lazio è di difendersi in maniera collettiva con gli scivolamenti, perché scegliere come metodista Vecino? Per il suo presunto apporto fisico?  L’uruguagio non è mai stato un interditore puro. In alcune gare sarebbe stato meglio proporre Cataldi, che avrebbe forse potuto dare qualche percentuale di possesso in più alla Lazio e  qualche minuto in meno passato a difendere?  Mah ….

Cosa c’è nel futuro immediato nel ruolo del regista basso

Il regista basso ha sempre avuto un’importanza capitale per Sarri. Il mister ha portato in Serie A un centrocampista minuto proveniente dalle serie inferiori come Valdifiori e ha reso un giocatore di spessore internazionale Jorginho, che per fisico e intensità non sembra nemmeno un centrocampista di questa epoca: possibile che si tratti dello stesso allenatore che sceglie Vecino come regista solo per l’apporto atletico? Possibile che non si riesca a far salire di livello né Kamada, né soprattutto Rovella?

Sono interrogativi che continueranno a pesare sulla stagione della Lazio, che adesso inevitabilmente deve puntare molto sulla Coppa Italia, dove affronterà un avversario ostico come la Juventus di Allegri. In questi tre anni i bianconeri sono sembrati un enigma irrisolvibile per la Lazio, per cui il tempo delle riflessioni sembra definitivamente iniziato.

Il futuro passa dal Campionato e da quello che non piace a Sarri: la Coppa Italia. Lunedì, intanto, c’é Lazio – Udinese.

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