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L’Uefa lancia l’allarme: “solo uno stadio italiano a norma, ne servono 5”

by Paolo Buchetti
0 comments Foto: profilo X Lazio

L’Uefa lancia l’allarme sugli stadi italiani non a norma per Euro 2032. Le dichiarazioni di Michele Uva

La Uefa non perde giustamente tempo nel segnalare l’allarme stadi italiani non a norma, di cui gli addetti ai lavori e gli utenti stessi, ne sono purtroppo a conoscenza da tempo.

Michele Uva ha precisato lo stato dell’impiantistica calcistica italiana in un incontro con Tuttosport.

 

CHI E’ MICHELE UVA

Michele Uva è il dirigente UEFA con delega alla Sostenibilità. Noto dirigente sportivo italiano, ha ricoperto importanti incarichi nel mondo del calcio, della pallavolo e della pallacanestro. E’ stato presidente della Federazione Pallavolo femminile e vice presidente Uefa.

Uefa, allarme stadi a norma  –  LE SUE PAROLE

Servono cinque stadi a norma per EURO 2032, con progetti già approvati e finanziati. Al momento ce n’è solo uno pronto, lo Stadium di Torino. L’Olimpico di Roma ha bisogno di pochi interventi, mentre la situazione di San Siro è più complicata. È già passato un anno dall’assegnazione e non sono stati fatti grandi passi avanti. Non servono solo cinque stadi, però, perché se ci concentriamo solo su quelli, il divario strutturale rischia di allargarsi ulteriormente. Bisognerebbe investire anche nelle realtà medio-piccole, con una politica più lungimirante per gli impianti. In Turchia, negli ultimi anni, sono stati costruiti 13 nuovi stadi, non solo quelli che ospiteranno l’Europeo“.

 

SU SAN SIRO:    “Gli inglesi hanno abbattuto Wembley, i brasiliani il Maracanà ed erano templi del calcio. Alla fine ci si affeziona a questi stadi, ma non dobbiamo pensare che siano eterni. San Siro è bellissimo, è un monumento, ma le due squadre milanesi, per il ruolo e la storia che hanno, dovrebbero avere ciascuna la propria casa, moderna e in grado di produrre risorse, cosa che San Siro, per com’è strutturato, attualmente non può fare”.

“Quando in Italia sono state introdotte le seconde squadre, ci sono state molte proteste perché si temeva la scomparsa di alcune realtà locali. Ora, però, è chiaro quanto siano funzionali, come accade già da anni in Germania, Spagna, Francia, e in modo diverso anche in Inghilterra. Purtroppo la UEFA può fare poco, perché alla fine decide la FIFA, e su certe questioni c’è poco da fare. Negli ultimi otto anni, comunque, abbiamo reso i calendari più razionali, e la UEFA sta sensibilizzando su questo tema, anche se la decisione finale spetta sempre alla FIFA“.

(fonte tuttonapoli.net)

 

Flaminio Patanè

Stadio Flaminio / foto da sslazio museum

Uefa, allarme stadi a norma  –  IL NUOVO FLAMINIO…

Insomma, siamo alle solite. L’Italia non cambia mai e fa una gran fatica ad adeguarsi alle norme internazionali, ma anche a quelle del buonsenso, nell’interesse di tutti, in primis dei tifosi.

Ben vengano questi “moniti internazionali”, che hanno anche l’indiretto scopo di “svegliare” la macchina operativa della burocrazia italiana.

Ma tali “pressioni” incalzano indirettamente anche tutte le parti in causa nella valutazione ed attuazione del nuovo Flaminio, che a questo punto, non può permettersi “clamorosi ed impopolari” stop.

E noi, egoisticamente, ma anche in un ottica di rilancio degli impianti romani e per il futuro, del calcio italiano, ci auguriamo che presto possa partire la “macchina operativa” per il nuovo impianto di viale Tiziano. Non solo sarà un ritorno “a casa” in un gioiello di impianto di livello internazionale, ma darebbe anche lustro e onore al nostro mitico e storico marchio Lazio!

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