Milinkovic e le sue prestazioni. Kezman e le sue parole
Risuonano nella testa le parole espresse da Kezman su chi critica le prestazioni di Milinkovic-Savic. L’agente del serbo ha in pratica redarguito la tifoseria biancoceleste che, secondo il suo punto di vista, non ha il diritto di criticare il calciatore. Parole francamente fuori luogo dettate da interessi personali che non hanno fatto piacere all’ambiente laziale che, a mio modestissimo avviso, ha tutto il diritto di criticare chiunque non esprima in campo le sue qualità.
Qui non si tratta di rinnegare gli otto anni trascorsi con la Lazio, si tratta soltanto di evidenziare una stagione nettamente al di sotto di quelle passate da parte di un calciatore di grande livello da cui ci si aspetta sicuramente di più. La tifoseria ama e amerà sempre Milinkovic ma è innegabile che l’apporto dato alla squadra quest’anno è scarso.
Probabilmente le voci di mercato, gli interessi economici di Sergej e di Kezman, il mancato rinnovo di contratto, il mondiale e altro ancora, abbiano influito negativamente sul suo equilibrio mentale, ma ciò che traspare da tutta questa situazione sembra che Milinkovic, pur stando bene a Roma dove è arrivato da ragazzino e dove è diventato uomo, abbia perso le motivazioni per proseguire il suo rapporto con la Lazio e da tempo abbia maturato l’idea di cambiare aria.
Gli elogi vanno bene e le critiche no? Credo che un personaggio di dominio pubblico debba essere pronto a qualsiasi commento, anche se a volte può risultare sgradevole. Nel calcio oggi sei osannato e domani contestato, fa parte del gioco e quindi bisogna saperlo accettare.
I giocatori passano ma la maglia, i colori e il simbolo restano per sempre e chiunque non li onori deve fare i conti con i tifosi che sono il cuore pulsante di una società.