Lazio, un amore che merita attenzione
Capita sempre più spesso che bandiere e sentimenti vengano soppiantati da interessi di superficie, guidati dal denaro e dall’esaurimento di ambizioni. Non si può far certo una colpa a chi decide di sposare milioni e cammelli, a scapito di colori e tifosi che incondizionatamente decurtano il proprio stipendio pur di farsi 19 domeniche in curva. Se c’è qualcosa di grave in tutto questo non sta a noi deciderlo, né tantomeno giudicare scelte di vita da parte di quelli che rimangono pur sempre esseri umani.
La riflessione decisamente opportuna invece risiede nel ciarpame che la discordia continua ad alimentare senza freno. Il seme acido del malcontento, al contrario di scelte dettate dal danaro, è seminato con cognizione e con una netta volontà. Poi…sul perché esso coinvolga sempre e comunque la Lazio, aleggerà perennemente un velo di mistero, questo è certo. A far male è il silenzio assordante di tutto l’ambiente, come a voler mettere da parte la stessa tifoseria che qualche decennio fa riuscì a riempire uno stadio per uno spareggio da Serie C.
Possibile che per certi amori non ci sia più spazio? Viene anche da chiedersi quanto chi faccia il nostro mestiere stia contribuendo a instillare agitazioni e insicurezze. Il silenzio infatti viene spezzato solo da continui viaggi di calciatori verso l’Italia, da incontri nella notte per disquisire con non si sa chi o, ancor peggio, da nomi di calciomercato che di concreto hanno ben poco. Non può passare inosservato il fatto che migliaia di clic siano capaci di portare soldi, esattamente come stanno facendo gli arabi nel nostro campionato.
C’è chi non è così diverso dai calciatori che vanno a giocare tra le dune, o dagli sceicchi che esibiscono il dollaro fumante. L’amore per la Lazio è una cosa seria e non può essere oggetto di speculazioni, ma ancor peggio sarebbe ignorarlo. Scegliere di non scegliere è l’errore più grave che si possa fare e i media hanno una grandissima responsabilità.