Lazio: il presidente biancoceleste a Il Messaggero
Lazio – Evolve la situazione legata allo scandalo ultras dal quale emergono sempre più intercettazioni e dettagli che possono aggravare la posizione giudiziaria dei soggetti interessati. Secondo quanto riporta il sito Dagospia, la macchia potrebbe uscire al di fuori dei confini lombardi ed arrivare fino alla capitale, dove rischiano coinvolgimenti anche esponenti ultras di Lazio e Roma.
A commentare la vicenda ha pensato Claudio Lotito, intervistato da Il Messaggero, che si dice fermo nella sua posizione a riguardo ed esclude eventuali contatti con soggetti di spicco del settore più caldo dell’Olimpico:
“Io avevo già detto tutto alla commissione antimafia, ora da giorni mi fanno i complimenti in aula per tutto quello che ho fatto e perché non mi sono mai spaventato. Avete visto che cosa sta succedendo? E sono convinto che uscirà dell’altro. Ci sono altre indagini in corso, non solo a Milano… Ancora oggi mi attaccano da tutte le parti, ma io combatto. Se scendi a compromessi, sei morto“.
“Ancora oggi vivo sotto scorta e ricevo 7-8 chiamate al giorno di minacce. Cortei, cori contro, volantini con la mia tomba e le candele, ma tengo il punto e non mi piego. Dal 2004 ho risposto a muso duro a chi voleva biglietti gratis, abbonamenti e trasferte pagate dalla Lazio. Sono contro i soprusi mi ribello con tutti i mezzi che ho a disposizione. La contestazione? Che c’entra il mercato? O la Lazio? Come dimostra il campo non c’è nessun ridimensionamento e lo sta dimostrando. È tutta una scusa per costringermi a vendere perché non ho mai ceduto a nessun privilegio”.
Lazio: Lotito: “Ricordo quella volta che incontrai Diabolik…“
“Io ho indicato la strada 20 anni fa e il mio esempio può essere seguito. Basta con quelli che vogliono fare i tifosi per professione per guadagnare soldi, è arrivato il momento di non legittimare più i delinquenti. Tifoso significa appassionato e la passione si persegue con il diritto di critica, ma sempre nel rispetto delle regole. Ma quando si vuole condizionare l’operato delle persone per fini personali si può finire in logiche perseguite dal codice penale e non solo“.
“Basta con le trasferte pagate dalla Lazio. Cosa ha comportato? Di tutto, sono scampato a bombe e ogni tentativo di intimidazione, ho dovuto rafforzare la mia sicurezza perché ho arginato il business delle curve. Mi ricordo ancora quando incontrai quattro tifosi della Lazio. È tutto agli atti degli inquirenti, li incontrai a piazza Cavour, davanti al cinema Adriano. Si presentarono quattro persone e uno di questi, pace alla sua anima, era Diabolik. Piscitelli si presentò e mi disse “presidè, buonasera, io sono Diabolik. Lo guardai e gli risposi “buonasera, ispettore Ginko”. Diabolik mi chiese se stavo scherzando. No, gli risposi. E dissi “Io sto dalla parte delle guardie”. Racconto sempre quest’episodio“.