La Lazio sembra lontana da quella di pochi mesi fa. Una involuzione che preoccupa
Seconda gara di campionato e seconda sconfitta per gli uomini di Sarri che si arrendono dopo il Lecce anche al Genoa davanti al proprio pubblico. Una sconfitta amara che fa male alla classifica e al morale.
Quella vista ieri è una Lazio lontana parente di quella ammirata pochi mesi fa arrivata al secondo posto in classifica centrando l’Europa che conta.
Le prime gare sono sempre insidiose perché bisogna fare i conti con una forma fisica non al top, con l’inserimento dei nuovi e vedersela con avversarie spavalde.
Ieri però sono emerse delle preoccupanti lacune che lasciano perplessi. Una circolazione del pallone lenta e prevedibile che dava modo ai rivali di coprire bene ogni zona del campo chiudendo i varchi.
Lo “scollamento” tra difesa e attacco era evidente perché il centrocampo non svolgeva quel ruolo di collegamento tra reparti indispensabile per l’equilibrio di una squadra.
Milinkovic non c’è più e la sua eredità pesa come un macigno. Kamada spesso era più sulla linea degli attaccanti invece di coprire la zona centrale e la difesa era costretta a girare palla dialogando con Cataldi e Luis Alberto.
Tutto troppo prevedibile con gli avversari che avevano la meglio in parecchie circostanze.
Una Lazio da rivedere in fretta per tornare a far bene pensando anche ad un cambio modulo se necessario.