Lazio, Crespi: “Studio Immobile a Formello, è un esempio da seguire”
Intervistato da Lazio Style Channel nella nuova rubrica “Il primo pallone non si scorda mai” il bomber della Lazio Primavera Valerio Crespi, si è raccontato .
PAROLE – Il mio primo pallone? A sei anni, prima giocavo a basket. Ebbi un trauma cranico quindi mi sono messo paura e da lì decisi di giocare a calcio. Iniziai al campo Bartolani con il Cisterna di Latina, feci due anni e poi il direttore Omar Berti mi portò al Latina per fare i Giovanissimi élite sotto età e questo mi aiutò molto a crescere. Con la mia fascia d’età facevo il difensore, ma con i più grandi il mister mi vedeva da un’altra prospettiva, mi faceva salire a centrocampo ma io mi spingevo sempre più avanti. L’anno dopo cambiai squadra e ruolo. Essere attaccante significa avere l’istinto, avere emozioni, perché sentivo già di esserlo quando ero ai Giovanissimi
Quando torni a casa che non hai fatto gol, torni a casa con un entusiasmo diverso, se segni invece sei emozionato e non è facile segnare in nessuna categoria. Ho sempre tifato Lazio e fin dalla prima partita in cui andai allo stadio insieme ai miei parenti mi emoziona guardare l’Olimpico.
La mia prima partita allo stadio fu la semifinale di Coppa Italia del 2013 quando segnò Floccari all’ultimo, fu una grandissima emozione. Tutti sogniamo di arrivare a certi livelli, in alcuni momenti pensi di non farcela, ma è quello il momento in cui devi stringere i denti e andare avanti.
Chiudo gli occhi e sogno di essere il “me” del futuro. Sono il mio primo tifoso e spero di non essere la copia di nessuno, ma ho Ciro Immobile qui a Formello lo seguo e lo stimo molto, sia come uomo che calciatore. Cosa gli ruberei? La grandissima volontà e spirito di sacrificio, lo abbiamo visto anche quando si è infortunato.
Spero di migliorare la tecnica. A questa età e a questi livelli conta molto la testa. facendo questo lavoro e sport devi rinunciare agli amici, alle uscite il venerdì, perché ti deconcentra rispetto all’obiettivo.
I social sono un mondo grandissimo. Io leggo molto quello che scrivono i giornalisti e quello che dicono i tifosi. Ma rimango coi piedi per terra, perché fino a che le cose non si realizzano non ne parlo molto.
A quest’età ci può condizionare anche l’amore. Ho conosciuto anche ragazzi che hanno rinunciato al calcio per la propria ragazza.
L’esultanza con il cuore è per mamma, perché mi è sempre stata accanto. Ci sono stati momenti in cui mi è stato detto che con la mia testa non sarei andato avanti, ci sono state scommesse su di me che non sarei arrivato, ma le ho messe tutte a tacere.
Questo per me è stato un anno significativo, perché nella scorsa stagione non siamo riusciti a centrare la promozione in Primavera 1. Ad inizio anno noi che siamo rimasti avevamo l’amaro in bocca, dovevamo toglierci lo sfizio di portare la Lazio dove merita.
L’immaginazione arriva lontano, io ci credo tanto, mi impegno ogni giorno per realizzare il mio sogno con la Lazio. Sono pronto a tutto, affronterò ogni cosa a testa alta