Enrico Montesano, ieri, ha commentato con leggerezza i suoi 80 anni
Ieri, Enrico Montesano ha commentato con leggerezza i suoi primi 80 anni appena compiuti. In un’intervista al “Corriere della Sera“, l’attore romano ha ripercorso alcuni passaggi importanti della sua vita, tra ricordi, scelte personali e qualche rimpianto.

Quando riflette su ciò che ha compreso con il tempo, l’uomo che tifa Lazio ha detto: “Con l’età ho imparato che è meglio mordersi la lingua“. Parlare poco, giudicare di meno.
Enrico Montesano: la leggerezza dei primi ottanta anni
Non tutto, però, è andato come avrebbe voluto. Tra le scelte che valuta con più spirito critico c’è l’essersi avvicinato alla politica, un percorso che, a suo dire, non gli ha portato altro che guai. Dopo diverse esperienze, ha ammesso di essersi allontanato del tutto dal mondo politico. Con malinconia, ha asserito: “Sì, ho fatto un po’ di pasticci. Oggi ho smesso di fare casini, ho preso le distanze dalla politica. Vivo il disincanto e una certa delusione“.
Altro episodio che rievoca con una certa ironia è l’eliminazione dal programma ‘Ballando con le stelle’, a causa di una t-shirt con simboli ritenuti inappropriati. Ha minimizzato l’accaduto con una battuta delle sue : “Ho anche una maglia di Che Guevara ed una di Mao. Conservo pure la canottiera sudata di Filippide e un paio di pantaloni cartaginesi”.
Parlando dei suoi colleghi, ricorda con affetto e rispetto Gigi Proietti, citando una forte stima reciproca e una “sana competizione”. Su Carlo Verdone accenna a un certo rammarico: “Peccato che non abbia più voluto lavorare con me”. Di Paolo Villaggio, invece, dice che poteva sembrare ruvido, ma gli ispirava anche tenera simpatia. E aggiunge un dettaglio curioso: “Diceva che tra attori non ci si chiama mai. Aveva ragione”.
Tanti auguri Enrico, anche se in ritardo e … forza Lazio.


