Mandas, il futuro tra i pali della Lazio: “Qui mi sento a casa”
CHRISTOS MANDAS – LAZIO – L’INTERVISTA. È uno dei volti nuovi della Lazio, ma si è già fatto notare. Christos Mandas, giovane portiere greco arrivato in silenzio dall’OFI Creta, si è preso la scena nella Capitale. In una lunga intervista concessa a Il Tempo, il classe 2001 ha raccontato il suo percorso di crescita, l’adattamento al calcio italiano, le sfide del presente e la visione sul suo futuro in biancoceleste.
Una crescita continua, tra talento e lavoro
“Sono alto 1,87 – esordisce Mandas – ma con l’estensione delle braccia riesco a coprire lo spazio quanto e più di chi ha qualche centimetro in più di me. È una questione di tempi, postura, elasticità. Ma so bene che non basta questo”.
Il portiere greco sa dove deve migliorare e lo dice senza troppi giri di parole. “Il gioco con i piedi è una delle aree su cui sto lavorando di più. Prima di arrivare alla Lazio non mi era mai stato chiesto di giocare così tanto dal basso. Qui, invece, è fondamentale: fa parte dell’identità della squadra. Sto imparando, giorno dopo giorno”.
E i risultati iniziano a vedersi. Mandas ha sfruttato ogni occasione che gli è stata concessa, tanto da riuscire a conquistarsi la maglia da titolare, superando nelle gerarchie un portiere esperto e apprezzato come Ivan Provedel. “Con lui ho un bellissimo rapporto – racconta – c’è grande rispetto reciproco. È un esempio per me, e al tempo stesso mi stimola a dare il massimo. Ma se sono cresciuto così tanto lo devo soprattutto ai preparatori e a mister Baroni. Loro credono in me, e questo fa la differenza”.
Tre allenatori, un’unica lezione: farsi trovare pronto
Il percorso di Mandas alla Lazio è iniziato sotto la guida di Maurizio Sarri, per poi proseguire con un breve interregno e infine con l’arrivo di Marco Baroni. Tre tecnici diversi, tre modi di intendere il calcio, ma tutti con un messaggio chiaro per il giovane portiere: il ruolo dell’estremo difensore oggi è molto più che parare.
“Sarri era molto esigente – spiega – voleva sempre un’impostazione bassa, anche quando gli avversari pressavano altissimi. Dovevi essere preciso, freddo, lucido. Con Baroni cambia un po’ l’approccio: si cerca di più la verticalizzazione lunga, soprattutto quando l’attaccante è in posizione favorevole. Ma per entrambi il portiere è parte integrante della manovra, non solo un ultimo baluardo”.
Marco Baroni
E poi c’è stato quel giorno che non dimenticherà facilmente. “Era prima della partita contro l’Atalanta – racconta Mandas – cinque minuti prima della riunione tecnica, mister Baroni mi chiama da parte e mi dice: ‘Giochi tu’. Non me lo aspettavo. Nessun discorso, nessun preavviso. Solo una richiesta implicita: farmi trovare pronto. È quello che ho fatto”.
Cristos Mandas / foto profilo X ss lazio
Roma, la Lazio e un sogno che continua
Nonostante la giovane età, Mandas parla con una maturità sorprendente. Il trasferimento alla Lazio, per lui, è stato molto più di un salto di categoria: è stato l’inizio di una nuova vita. “Quando è arrivata la chiamata non ci potevo credere. Ero felicissimo. Giocare in Serie A, in un club storico come questo, in una città come Roma… è tutto incredibile”.
Ma ciò che colpisce di più è il legame profondo che ha già instaurato con l’ambiente laziale. “Mi sento davvero a casa. Il centro sportivo è moderno e funzionale, lo stadio Olimpico è uno spettacolo ogni volta che ci metti piede, e i tifosi… beh, i tifosi sono speciali. C’è calore, passione, un senso di appartenenza che si percepisce ovunque. Io qui sto bene, sono felice, e non vedo motivo per pensare ad altro”.
Foto Profilo X S.S. Lazio
Uno sguardo al futuro, con i piedi per terra
L’entusiasmo non cancella la consapevolezza del lavoro ancora da fare. Mandas lo sa, e lo ripete più volte: “Sono giovane, ho ancora tantissima strada da fare. Ogni partita, ogni allenamento è un’occasione per crescere. Voglio farmi trovare pronto ogni volta che il mister deciderà di darmi fiducia. E voglio ripagare questa società per l’opportunità che mi ha dato”.
La storia di Christos Mandas è solo all’inizio. Ma ha già il sapore delle grandi favole sportive, quelle in cui il lavoro, la pazienza e la determinazione sanno trasformare ogni sogno in realtà.
fonte: Quotidiano “Il Tempo”