Lo stadio Olimpico anni ’70, i ritrovi e le biglietterie
Proseguiamo la panoramica sullo stadio Olimpico anni ’70 al grido di “si stava meglio quando si stava peggio”. Qui potete cliccare sulla parte prima, se ve la siete persa.
I ritrovi
Immancabili e imprescindibili, ancora oggi, erano i ritrovi per chi si dava l’appuntamento al di fuori dello stadio, sia prima che dopo la partita: la “palla” sotto la curva sud, la “palla” al ministero degli Esteri, l’obelisco del ponte duca d’Aosta, il bar del tennis, lo Chalet sopra la Montemario.
Una volta, tutta l’area dello stadio fino agli ingressi nei vari settori, era accessibile a tutti, anche a quelli senza biglietto o agli accompagnatori. Ora, con i pre-controlli intorno allo stadio, senza biglietto è impossibile accedere all’area limitrofa agli spalti.
Immancabili i “qui pro quo” su quale “palla” fosse, soprattutto se si “palleggiasse” da una palla all’altra, a seconda delle circostanze. E allora, non c’erano i cellulari; la diatriba, quindi, poteva durare anche oltre un’ora di “inseguimenti”.
Stereotipati i “chiarimenti” finali: “ma che sei de coccio? T’ho detto alla palla …”. “Si ma quale palla? So due le palle” . “ma l’altra volta era l’altra palla”, “e che palle” ….
Le biglietterie, premessa
Le ultime generazioni non si rendono conto di quanto stress genera ora l’acquisto del biglietto. E non si rendono quindi conto di quanta leggerezza c’era in chi, ovviamente non abbonato o nelle partite di coppa, arrivava allo stadio senza biglietto. Lo capirete continuando a leggere.
Dislocazione delle biglietterie
Un blocco di casottini verdi per la vendita, erano sotto la curva nord e la Tevere non numerata; un altro era sotto la curva sud, sulla piazza della palla, dentro i gabbiottini di marmo. Sempre nei gabbiottini di marmo, c’erano alcune biglietterie tra la nord e la Tevere. Inoltre, c’erano alcuni casottini verdi sotto la tribuna Tevere numerata. Un altro gruppo di casotti in legno erano davanti all’ingresso della curva sud, sul piazzale dove inizia il viale che porta al bar del tennis. Forse, me ne dimentico qualcuno, abbiate pietà …
I biglietti
Va premesso che allora, i biglietti erano già prestampati e attaccati alle mazzette. Per venderli era semplicissimo. Pagare moneta magari con soldi contati, strappare in “un secondo” di tempo il biglietto dalla mazzetta, dare eventuale resto, finito. Non andava mica stampato col nome di chi lo richiedeva, con l’inserimento dati al computer, la stampante, il toner, presenza del documento etc etc..
Lo riconosco, era la preistoria. Ma volete mettere la semplicità della preistoria con la tecnologia di ora?
Le file alla biglietteria
La maggior parte delle persone, arrivavano allo stadio senza biglietto perché farlo, quindi, non era un problema. A parte gli immancabili “bagarini”, le biglietterie erano numerose e, normalmente, con file al massimo di qualche minuto, a seconda poi dell’ora in cui si arrivava allo stadio.
Ricordo anche che, allora, i settori non numerati erano le curve e le due Tevere non numerate. Se la partita era di cartello, bisognava presentarsi diverse ore prima, sia per non fare troppa fila alle biglietterie, ma anche per accedere subito dentro lo stadio e piazzarsi nei posti migliori.
I “bagarini”
Li ho nominati dando per scontato tante cose ma mi ci soffermo brevemente. Erano quelli che, non autorizzati, vendevano i biglietti nelle aree dello stadio dove i tifosi parcheggiavano numerosi, rivendendoli ovviamente a prezzo maggiorato. Le “innocenti” bugie erano all’ordine del giorno: “i biglietti sono esauriti”, “le biglietterie sono chiuse”, “sono gli ultimi disponibili”. A volte, si accordavano con gli stessi rivenditori ufficiali, ma poi il fenomeno è stato spazzato via dagli eventi “storici”.
“L’enigma” biglietti
A un certo punto, a mezzora-40 minuti dalla partita, le biglietterie sembravano aver esaurito i biglietti!!?!. Ma come mai? (ironico…). Poi, a 10 minuti dalla fine i biglietti ricomparivano magicamente. Chissà, forse li riportava qualcuno (i bagarini?) che “gentilmente” si offriva di andare a venderli in giro alle persone senza farle “scomodare” a giungere in biglietteria, riportando gli invenduti …
Mah, chi saprà mai!
Al prossimo articolo, ci occuperemo di apertura dei cancelli, delle attese e degli ingressi