La calda estate del 1971
Arrivò da allenatore nell’estate del 1971. Per comprendere il contesto del mondo laziale, la squadra, l’anno prima (1970-71), retrocesse in serie B.
Il contesto
Quella del 1971 fu una estate calda nell’ambiente biancoceleste. La squadra dell’anno prima, allenata da Juan Carlos Lorenzo, aveva in rosa giocatori che meritavano ben altro che un anno di B. C’era tensione e tutto l’ambiente puntava ad un pronto ritorno in serie A. Ma la scelta societaria di esonerare Lorenzo non fu presa bene dai tifosi, che cominciarono a contestare il presidente Umberto Lenzini.
La scelta del mister
La squadra fu affidata a Tommaso Maestrelli, allenatore che aveva trascinato in serie B il Foggia l’anno prima. Più di qualcuno storse la bocca su quella scelta e diciamo che l’ambiente, come si suol dire, “stava col forcone”. Vale a dire, alle prime difficoltà il rischio contestazione sarebbe esploso.
La contestazione
La contestazione prendeva di mira sia il presidente che il neo allenatore, che, in verità, non iniziò affatto male la stagione (vittoria della Coppa delle Alpi, vittoria nel derby di Coppa Italia e passaggio del turno, unica squadra di serie B in quel tabellone). Non aiutava nemmeno la non brillante situazione economica del club, che avrebbe potuto cedere giocatori come Chinaglia e Massa per recuperare liquidità.
La mediazione del mister
La contestazione esplose fragorosa il 5 ottobre 1971 ed entrò addirittura nel campo di allenamento di allora e cioè lo stadio Flaminio. Le immagini parlano chiaro: migliaia di tifosi che seguivano l’allenamento a bordo campo con momenti di tensione preoccupanti.
Ma la situazione fu presa di petto dallo stesso Tommaso Maestrelli che andò coraggiosamente ad affrontare i tifosi, parlando e rispondendo pacatamente ma fermamente a tono a tutte le domande e i dubbi dei contestatori.
Alla fine, dai fischi, si passò ad una ovazione e agli applausi. E questo la dice lunga sulla determinazione e la capacità oratoria del mister, le sue indubbie qualità di grande psicologo che sapeva affrontare i momenti più difficili, trasformandoli in nuova linfa psicologica e di grandi motivazioni, non solo con i giocatori, ma anche con i tifosi e con quell’ambiente così “difficile”.
L’inizio del “mito”
Fu così che cominciò quell’era incredibile e straordinaria; ad iniziare dalla grande motivazione della squadra e dell’ambiente che il mister seppe creare già da quella stagione trionfante di serie B (1971-72), fino ad essere in grado di plasmare quella squadra vincente, formando un ambiente coeso che trascinò negli anni successivi il club al tripudio massimo.
Quando parlo di “alchimie” e di “incastri chimici” nella costruzione di quella squadra di fenomeni, non si possono non tirare in ballo tutte queste incredibili coincidenze ed eventi dall’aspetto apparentemente negativo, ma che furono prodromi alla costruzione di un “mito”.
E il mister fu l’artefice di quel capolavoro sportivo che ha pochi pari in tutta la storia del calcio italiano!
Fonte Laziowiki.org