Dramma e disperazione: la Lazio é come un bel romanzo di Shakespeare
La Lazio é come un bel romanzo di William Shakespeare dove il dramma e la disperazione sono parti integranti della trama. Già, il dramma, il pathos. la disperazione, l’ ennesimo smacco ad una società che, negli anni ’70, aveva scritto una pagina di storia calcistica della nostra nazione, stava per materializzarsi.
In molti la ricordano la famosa stagione del -9, ovvero, quella dei nove punti di penalizzazione inflitti alla Lazio nella stagione 1986/87, che la vide iniziare il campionato cadetto con un handicap tremendo. La squadra venne data per retrocessa, già prima di cominciare il Campionato dagli addetti ai lavori. Forse per tutti lo era per davvero, ma non per lui, ossia per il tecnico Eugenio Fascetti, uno dei migliori allenatori di sempre. Viareggino, uomo di poche parole, (non le mandava a dire), in chiave di lettura tattica non era secondo a nessun altro tecnico e seppe guidare la Lazio “fuori dalla palude”.
La Lazio é come un bel romanzo di Shakespeare
Stagione 1986 / 1987: la trama. Dopo un bel campionato, i biancocelesti riuscirono nelle ultime giornate a raggiungere gli spareggi, grazie ad una rete dell’ indimenticato Giuliano Fiorini. Allo scadere di una drammatica partita dei novanta regolamentari, un suo bellissimo goal consentì ai biancocelesti di superare il Vicenza, e di approdare agli spareggi. Questi si svolsero in quel di Napoli, insieme a Taranto e Campobasso ( dove una delle tre avrebbe fatto compagnia alle altre tre già retrocesse Vicenza, Catania e Cagliari) dove si gridò al miracolo. Il dramma era alle porte: dopo una inaspettata sconfitta contro il Taranto, ed il pareggio di quest’ ultima contro il Campobasso, ai biancocelesti non rimaneva che la vittoria per conservare la permanenza in serie B.
Il cinque luglio del 1987, andò in scena l’ ultimo atto di quella drammatica stagione. Un po’ come nell’Enrico V, davanti a 50.000 spettatori (di cui, ben 30.000 tifosi biancocelesti) la Lazio del maestro Eugenio Fascetti, riuscì nell’impresa. Con un gol di Fabio Poli, all’ ottavo minuto del secondo tempo, sconfisse i molisani per 1-0 e mandò in visibilio i trentamila tifosi biancocelesti giunti da Roma. Vittoria e rinascita: bagno di Lazialità.
“Noi pochi, noi felici pochi, noi manipolo di fratelli”. Grazie Eugenio, nostro Enrico V!
Buon compleanno, anche se in ritardo.