Nazionale, un’identità perduta: l’Italia sceglie Sinner

by Patrizio Trecca
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La Nazionale non ha più un’identità: Sinner è l’idolo dell’Italia

Mentre all’intervallo della gara tra la Nazionale Italiana e la Norvegia il risultato era già sul 3-0, Sinner si apprestava a conquistare la seconda finale consecutiva dopo quella raggiunta agli Internazionali. Già Roma e Lazio erano cadute nella trappola di considerare i norvegesi come dei semplici “salmonari” (Bodo docet). Precedenti da cui Spalletti e i suoi non hanno minimamente imparato. Supponenza e vanagloria hanno portato undici calciatori a credere di essere campioni per diritto divino. Poi lo scontro con una realtà che però ha fatto male, proprio come un fendente sul setto nasale. Era solo maggio quando Spalletti dichiarò il blocco Inter della Nazionale al pari di quello juventino dell’Italia dell’82. Meno male” viene da dire ironicamente, a giudicare dalla cinquina rimediata contro il PSG e dalle incursioni norvegesi in soli 45′. Sarebbe infatti fin troppo facile dare la colpa al giovane Coppola o a Nicolò Rovella per la debacle in terra scandinava.

Dall’altra parte intanto un “quasi italiano”,  come qualche giornalista portabandiera dell’integrazione e dell’inclusione ha definito Sinner negli ultimi giorni, faceva innamorare persino i francesi (e il compito era piuttosto arduo). Tre ore e mezza di una gara contro un mostro sacro come Djokovic hanno tenuto un milione e mezzo di spettatori attaccati allo schermo (a pagamento). Mentre ad ammorbarsi con la Nazionale Italiana (in chiaro) ci hanno pensato circa 5,5 milioni di teste masochiste: poche! Troppo poco amore, come è giusto che sia, per una Nazionale che sembra ormai ben lontana dai fasti di un tempo. Ormai si naviga nelle acque torbide di una Federazione cieca, ipocrita e che tutto ha tranne che amor di Patria. La gara di domani contro la Moldavia non salverà nessuno. Nemmeno di fronte a un risultato tennistico – che comunque appare improbabile – o a una prestazione gloriosa. Qualcosa deve mutare e per un cambiamento vero qualcuno deve avere le palle di farsi da parte. Intanto però, oggi, un quasi italiano ha già scritto la storia sportiva della Nazione.

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