Lo sfogo dell’ex mago biancoceleste sulle colonne de Il Messaggero: “Quando chi comanda non capisce di calcio, è dura. Menomale che c’è un allenatore competente”

LAZIO – LUIS ALBERTO. Parole forti, dirette, senza filtri. Luis Alberto, ex regista della Lazio, rompe il silenzio e dalle pagine de Il Messaggero racconta la sua verità sul declino del progetto biancoceleste e sul difficile rapporto con la società di Claudio Lotito.

“La società ha sbagliato tanto“, esordisce lo spagnolo. “Dopo gli addii di Inzaghi, Tare e Sarri era chiaro che non si sarebbe andati lontano. E quando arrivano persone che capiscono poco di calcio, tutto diventa ancora più complicato”.

Luis Alberto non nasconde il malcontento vissuto negli ultimi mesi nella Capitale: “Io, quando mi stancavo delle promesse non mantenute, semplicemente non mi presentavo. Non si possono cambiare gli accordi ogni giorno. A lungo andare, i giocatori si stufano. Ma lì certe cose non cambieranno mai”.

Il centrocampista spagnolo, passato in estate all’Al-Duhail, non risparmia critiche ma tende anche la mano a chi, secondo lui, ha ancora la lucidità per guidare la squadra: “Per fortuna c’è un allenatore che capisce di calcio e dice quello che pensa. Ma se chi gli sta intorno non lo segue, non si va da nessuna parte“.

Poi il ricordo del rapporto con Maurizio Sarri, fatto di scontri ma anche di rispetto: “Io e lui abbiamo un carattere simile. Quando gli dissi che volevo andare via, mi rispose: ‘Tu non vai da nessuna parte. Per come ti stai allenando, la formazione sarà Luis Alberto più altri dieci’. E così è stato”.

Uno sguardo anche alla situazione attuale del club: “Con il mercato bloccato è dura, soprattutto per un nuovo allenatore. Io sarei arrabbiato. Ma sia per lui che per i tifosi è una guerra persa. Si può solo attendere gennaio”.

Infine, spazio all’amicizia con Sergej Milinković-Savić, compagno di mille battaglie in biancoceleste e oggi protagonista in Arabia: “Siamo molto amici, ci sentiamo spesso. Sta bene, è felice. Ma il suo contratto scade quest’anno e può ancora giocare dove vuole”.