Lazio: le prime parole del nuovo tecnico biancoceleste
Lazio – Il battesimo di Marco Baroni è finalmente arrivato. Alle ore 12 infatti il nuovo tecnico biancoceleste si presenta ai cronisti e ai tifosi rilasciando pensieri e riflessioni sulla nuova esperienza alla guida della Lazio. Dapprima le parole rilasciate a Lazio Style Radio:
“Primo giorno? Non vedevo l’ora. Effetto bellissimo, c’è determinazione, voglia, felicità, tutto quel che serve per partire. Ha dormito stanotte? Sì. La determinazione di cui parlavo fa in modo che tutto ciò sia vissuto in modo molto più sereno”.
“La Lazio è il punto più alto, inutile nasconderlo. Si è creato col lavoro, con la consapevolezza, passione, amore, determinazione. Quando hai nella tua valigia, nel tuo percorso uno staff con cui lavori da tanto tempo, ti senti di essere felicemente consapevole di una grande occasione ma anche pronto per iniziare a lavorare”.
“Il rapporto con i tifosi è fondamentale, non esiste squadra senza i propri tifosi. La squadra deve muovere il primo passo, creare le condizioni affinché chi vede, si renda conto della passione, della cultura. Trovo una squadra che ha grande cultura del lavoro, se a questo aggiungiamo la parte valoriale, emotiva, questo mix ci tornerà utile per i risultati, per dare quell’emozione che i tifosi vogliono vedere”.
“La domenica è la nostra festa, esprimere alla gente che non si gioca per sé stessi ma per i tifosi, per chi ci guarda. Questo aspetto emotivo è quel qualcosa in più che quando lo metti in campo hai, per l’appunto, qualcosa in più che ti serve anche per il risultato“.
Di seguito la conferenza ufficiale di presentazione
Lazio: parola al presidente Lotito
“Sento cose che non hanno fondamento, la Lazio non sta facendo un ridimensionamento ma una riorganizzazione premiando il merito. La scelta del tecnico è una scelta pensata, voluta, basata sulla valutazione tecnica della persona e il progetto che vogliamo intraprendere su una squadra che si basa sulla forza fisica e la corsa, il calcio è cambiato. Prima si cercavano le bandiere, oggi lo vedete in tutte le squadre… Io sono uno degli ultimi ad aver cercato punti fermi, ma le scelte di alcuni sono state funzionali per gli interessi economici che prescindono all’attaccamento alla maglia. Vogliamo ripartire da una logica diversa, basata sulla professionalità, un allenatore che non va dietro alle teoria ma alla pratica. Chi merita gioca. Non gioca chi ha un nome che in passato ha avuto un peso, tutto va dimostrato giornalmente e nelle partite”.
Con Baroni abbiamo trovato una sinergia e qualità umane ineccepibili, le qualità tecniche le dimostrerà. Doveva essere panchina d’oro, se l’è guadagnata con il Lecce e il Verona, non ha avuto la fortuna di questa possibilità prima, genererà nella squadra un rapporto diverso, gioca chi merita e fa la differenza. La premessa è questa. I 30 milioni spesi? No, sono 40 milioni perché c’è anche l’iva quando uno paga più le commissioni. Non abbiamo termini di paragoni. Costruiremo una squadra competitiva, lo era anche l’anno scorso, non lo era di testa nello spogliatoio. Alcuni infatti hanno abbandonato la nave nonostante avessero avuto tutto quanto quello richiesto. Noi pensavamo che si potesse tenere in piedi il processo di bandiere, quindi tenere per più di 3 anni i calciatori. Mi dispiace solo per Felipe Anderson che ha fatto una scelta di vita. Voleva tornare in Brasile. Per il resto ci saranno le condizioni per dare al mister un organico con potenzialità”.
Lazio: Marco Baroni si presenta
“Qui eredito una squadra che ha cultura del lavoro, dovremo intensificare una cosa che ho sempre portato nelle mie squadre: dobbiamo lavorare sulla dedizione, la passione, l’essere attaccati al lavoro. Quando una squadra va sul campo e dimostra a chi la osserva queste componenti, di corsa e qualità nel lavoro, il pezzo più importante è stato fatto”.
“Quando è arrivata la chiamata sono stato felice, questo è il momento più alto della mia carriera. Amo le sfide, voglio trasferirlo alla squadra. Non dobbiamo avere paura, dobbiamo avere dentro la voglia di sfida, la squadra non deve giocare per se stessa, ma per i tifosi. Lo devono vedere, si deve percepire, è uno scambio che deve avvenire in campo. Col mio staff lavoreremo su questo“.
“Da allenatore ho sempre avuto un principio fin da quando giocavo: o vinco o imparo. L’esperienza di Verona è stata bellissima, nella vita hai tanti modi per affrontare una difficoltà, ma per me è un’opportunità. La trasformazione che c’è stata ha rappresentato il momento più bello, ci portiamo dietro un vissuto importante ma sappiamo che qui è tutto diverso. So di dover fare un calcio diverso, c’è qualità, sono andati via giocatori importanti che hanno fatto la storia, ma abbiamo preso giovani ragazzi che dovranno partire con entusiasmo, coraggio ed equilibrio. Voglio che la squadra faccia un calcio che emozioni“.
“Non guardo mai a cosa manca, ma a quello che ho. Sono arrivati giocatori giovani, le parole del presidente fanno piacere, questo ringiovanimento è legato al calcio che vogliamo proporre. Metto sempre il giocatore al centro del progetto, il compito mio e dello staff sarà quello di prendere l’atleta e di valorizzare le sue caratteristiche all’interno del collettivo. La parola collettivo è fondamentale, il valore di ogni singolo giocatore non fa mai il valore del collettivo. Lì dovrà esserci la nostra crescita individuale e di squadra”.
“Sicuramente la difesa sarà a 4 con il doppio esterno. Ci saranno delle piccole variabili, ma non ci spostiamo da lì. La parte più importante è che la squadra deve avere equilibrio e ferocia. Mi piace un calcio di ritmo sia difensivo che offensivo. Per quanto riguarda gli obiettivi, bisogna partire dal lavoro. Sicuramente vogliamo migliorare il campionato dello scorso anno. Vogliamo andare avanti in ogni competizione e sarà fondamentale tutto l’organico“.
“È brutto parlare di senatori. Questa squadra ha cultura del lavoro e qui ci sono giocatori importanti e che hanno voglia. Mi interessa questo, mi interessa il campo. Voglio portare un clima di fiducia e di gioia nel lavoro. Se ti alleni bene, lo si vede la domenica“.
“Le parole di Gasperini mi hanno fatto piacere, ma rimaniamo sul senso delle sue parole. Spesso un allenatore viene valutato per un trofeo, ma vince un allenatore e ci sono allenatori che vincono nel loro obiettivo che può essere una salvezza. Questo era il messaggio, poi mi fa piacere perché c’è stima reciproca ma non penso fosse riferito solo al mio nome ma agli allenatori che insieme allo staff, ai giocatori e ai tifosi raggiungono questo obiettivo. Perdonatemi, non vorrei parlare dei singoli giocatori. Abbiamo scelto e valutato dei giocatori per le loro qualità e devo farli entrare nei nostri schemi grazie al lavoro anche dello staff, poi si mette sempre il giocatore al centro. Ci deve essere subito una grande conoscenza per cercare di far esprimere al meglio il singolo giocatore“.
“Non guardo mai indietro, guardo avanti. Mi porto dietro le esperienze, ma quello che hai fatto oggi è già passato. Se uno si ferma, già gli passano davanti. Uno si porta dietro un bagaglio di esperienze. Siamo pronti per questa meravigliosa avventura. Il sentimento è uno degli aspetti valoriali a cui sono legato. Non esiste squadra senza i suoi tifosi, ma il primo passo lo deve fare la squadra. Quando si va sul campo e la squadra lotta, si aiuta, suda, non ha timore. Questo è quello che tutti vogliono vedere. Il mio pensiero è rivolto a questo“.
“Ho grande rispetto per chi ha lavorato alla Lazio prima di me. Sono momenti diversi e sono convinto di essere qui. Credo che non avrò problemi quest’anno, dobbiamo solo lavorare sul coinvolgere tutto l’ambiente. Se non siamo tutti insieme gli obbiettivi non si raggiungono”. Sulla necessità di una figura dirigenziale che faccia da collante tra la società e l’allenatore, Baroni dice: “No, non vedo queste problematiche. Qui c’è un gruppo di lavoro forte, di ragazzi che hanno voglia, io ricorderò ogni giorno la fortuna che abbiamo, quando c’è amore, consapevolezza e passione. Non vedo altre problematiche, non ho timori“.
“Il coinvolgimento sul mercato è stato totale, sono arrivato al momento giusto. Da questo punto di vista sono contento, qui sono state fatte delle uscite e il presidente ha spiegato i motivi. Non mandiamo via nessuno, però serve ciò che ho elencato prima. Dobbiamo avere giocatori con sentimento e voglia, vogliamo fare un’annata importante. Ora parto con coppie in ogni ruolo, non vedo l’ora di lavorare in campo coi ragazzi. Greenwood? l valore del giocatore lo conosciamo, so che è bravo e può giocare sull’esterno e ricoprire più ruoli. Ma non voglio parlare dei singoli né tantomeno di eventuali operazioni di mercato. Il mio staff? Ho portato collaboratori: il mio secondo Fabrizio Del Rosso, il preparatore atletico, Andrea Petruolo, che lavorerà insieme a un altro preparatore, Federico Di Dio. Ho un collaboratore, Nicola Lami. E due match analyst: Silvio Valanzano e Giuseppe Di Martino. Qui abbiamo trovato Viotti e Lamberti, con cui ho già parlato e ai quali ho già trasmesso la mia energia. Chi lavora forte con noi trova l’ambiente ideale”.
“C’è stata una telefonata di saluti, con Maurizio c’è stima. Ci siamo incrociati nei campionati di C2, c’è stima professionale e un buon rapporto umano Se ha speso buone parole sono molto contento. Conosco benissimo la storia della Lazio. Il calcio aggressivo? Ho studiato la squadra, ho guardato. A me non piace attendere, aspettare, lavoreremo insieme con la squadra. Parto però da cosa c’è bisogno per fare risultato. In questo momento ho chiaro il calcio che voglio fare e, studiando ogni singolo componente, sarò in grado di portarlo avanti. Mi piace giocare con i due esterni e con la difesa a quattro. Poi ci possono essere delle variabili, anche all’interno della partita. Bisogna leggere la partita e saper anche uscire dal sistema di gioco principale“.
“L’emozione c’è, la consapevolezza e la responsabilità anche, ma è il nostro cibo, la nostra linfa. Se non hai questo… Ora c’è una grande lucidità e convinzione su quello che è il lavoro. Il derby è una partita straordinaria, bellissima, ci sarà tempo per prepararla. Ci arriveremo senza sbagliarla”.