Lazio che sa soffrire, con un uomo in meno per 78 minuti vince il primo round in Conference League
Terminata la partita dell’Olimpico tra Lazio e Cluj, che ha visto i biancocelesti prevalere per una rete a zero giocando dal 13esimo minuto del primo tempo in dieci uomini causa espulsione di un troppo irruento Patric, è tempo di riflessioni su ciò a cui abbiamo assistito in campo.
Al di là del ritorno al gol di Ciro Immobile che ben inbeccato da Felipe Anderson mette a segno una rete di pregevole fattura, bisogna sottolineare la grande prova di tutta la squadra che è stata capace di soffrire in maniera compatta senza disunirsi un momento.
Se pur l’avversario non era di livello, giocare con un uomo in meno per quasi tutta la partita non è mai semplice per nessuno e il fatto che Maximiano non è mai stato impegnato se non per un paio di uscite alte ben fatte la dice lunga sul valore della squadra rumena ma anche su come la Lazio è riuscita a tenere il campo.
Questa partita ha messo in luce un aspetto importante: la Lazio sa soffrire. Da qui bisogna ripartire perché è un segnale positivo che non eravamo più abituati a vedere e che potrà tornare utile per le prossime gare. I ragazzi si sono compattati aiutandosi l’un l’altro nel momento della difficoltà senza rinunciare ad attaccare sfiorando il raddoppio in più di una occasione.
Si è rivisto il collettivo, cosa che avevamo dimenticato nelle ultime uscite. Lo spirito di sacrificio giusto per competere con tutti, umiltà e abnegazione che soltanto giocando da squadra si può raggiungere. Una cosa è certa: il tifoso biancoceleste non può mai stare tranquillo, deve sempre soffrire fino all’ultimo istante. Forse questo è il nostro destino a cui non ci sottraiamo perché vincere così è ancora più bello.