21 anni di Lotito alla Lazio: tra conquiste, contestazioni e un bivio finale
19 luglio 2004 – 19 luglio 2025. Esattamente 21 anni fa iniziava l’era Claudio Lotito alla guida della S.S. Lazio. Un tempo lunghissimo, il più duraturo nella storia del club e uno dei più longevi nel calcio italiano, che ha segnato profondamente il destino biancoceleste, nel bene e nel male.

Foto Profilo X S.S. Lazio
Arrivato in punta di piedi in uno dei momenti più drammatici per la società sull’orlo del fallimento e con un futuro incerto, Lotito si è fatto carico di un’impresa ardua: salvare la Lazio dai debiti e restituirle una stabilità economica. E in questo, nessuno può negargli i meriti. La Lazio è diventata una delle poche società italiane a chiudere spesso i bilanci in attivo, mantenendo una certa solidità finanziaria mentre attorno, molte realtà del calcio italiano affondavano.

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Ma la storia della sua presidenza non è mai stata semplice
Claudio Lotito, oggi anche senatore della Repubblica, è una figura divisiva: protagonista instancabile, accentratore, spesso in conflitto con la tifoseria e in disaccordo con buona parte della stampa. Il suo modo di gestire la società, molto personale e poco incline al confronto, ha spesso esasperato i rapporti con l’ambiente, portando a cicliche contestazioni, cortei, striscioni e vere e proprie fratture con la Curva Nord.
Sotto la guida di Lotito sono arrivati trofei importanti
Tre Coppe Italia (2009, 2013, 2019), tre Supercoppe italiane (2009, 2017, 2019), qualificazioni europee continue e una partecipazione stabile nelle zone alte della classifica. In panchina sono passati allenatori come Delio Rossi, Reja, Petković, Inzaghi, Sarri, Baroni fino al ritorno di Sarri. Alcuni di loro hanno fatto la storia recente del club, contribuendo a dare una continuità sportiva che mancava da anni.
Tuttavia, le ultime stagioni hanno riportato alla ribalta antiche tensioni. Il mercato a rilento, la mancanza di investimenti convincenti e una comunicazione spesso opaca hanno riacceso lo scontro con i tifosi. L’assenza di progettualità chiara e una distanza emotiva tra società e piazza rischiano oggi di mettere fine a un ciclo.
Dopo 21 anni, la Lazio si trova a un bivio. O si ricuce il rapporto con la tifoseria – unica vera anima del club – e si rilancia un progetto sportivo ambizioso e condiviso, oppure si apre la strada al “the end“, a una possibile fine di un’era.
Un cambiamento, una transizione, forse inevitabile. Il tempo dirà se Lotito sceglierà di lasciare il testimone o di provare a ripartire ancora una volta, ma stavolta con tutti.