La Lazio scopre l’importanza della panchina: mai una rosa cosi lunga
La Lazio ha appena cominciato una stagione che si preannuncia lunga e complicata. Dopo un avvio pessimo, cominciato con due sconfitte consecutive, i biancocelesti vincono a Napoli e rialzano la testa.
A Napoli gli uomini di Sarri hanno disputato una gran partita concedendo poco agli avversari, soprattutto nel secondo tempo, e concretizzando le occasioni da gol create. Oltre alla prestazione eccellente dal punto di vista tecnico e tattico, l’altro fattore che ha portato alla vittoria è senz’altro la presenza di una panchina lunga e di qualità.
La Lazio dopo tanti anni dispone di una panchina lunga, di livello ed in grado di fronteggiare ogni tipo di partita. La rosa, con l’arrivo di Guendouzi, ha tappato anche l’ultimo buco e aggiunto le caratteristiche che mancavano al centrocampo laziale: Fisicità e dinamismo.
La difesa, il reparto meno ritoccato, dispone di 4 terzini di buon livello e con caratteristiche sia offensive che difensive. I centrali uniscono velocità, fisicità, tecnica e personalità. Il centrocampo, il reparto invece più rivoluzionato, è un mix di tecnica, dinamismo, fisicità ed intelligenza tattica. Un giocatore come Luis Alberto poi , il fiore all’occhiello del reparto, riesce ad offrire una fase offensiva di livello unita ad una fase difensiva di assoluto spessore, il che lo rende un giocatore totale.
In ultimo c’è l’attacco, composto dal solito trio coadiuvato dall’ormai leader Pedro e da Castellanos ed Isaksen. Calciatori che ancora non hanno dimostrato il loro potenziale ma che sulla carta possono dare un contributo importante alla causa biancoceleste.
Insomma, la Lazio quest’anno pare avere più armi, più scelta. A Napoli, ad esempio, ad un certo punto hanno fatto il loro ingresso in campo Pellegrini, Guendouzi e Pedro. Calciatori, soprattutto gli ultimi due, di spessore internazionale e con caratteristiche adatte al momento della partita. Successivamente sono entrati Castellanos, che ha permesso di far rifiatare Immobile altrimenti costretto a disputare tutta la partita, e Isaksen, un giocatore che, dato il momento della partita che vedeva i partenopei completamente sbilanciati in avanti, con le sue caratteristiche avrebbe potuto tranquillamente ribaltare l’azione velocemente e chiudere la partita.
Tutto questo fino a poco fa non era possibile. La Lazio è cresciuta da questo punto di vista, non resta che sperare di trovare l’amalgama giusta e farlo nel più breve tempo possibile. A Sarri l’arduo compito