La Lazio di Baroni cala il tris in trasferta. Attaccare è meglio che… curare
Lazio di Baroni, attaccare… – Parafrasando un altro articolo dei giorni scorsi, mister Baroni è il nostro Dottor Jekyll. Avrà ancora tanto da lavorare tra alambicchi e sieri miracolosi o meno, tutti da sperimentare. Certo è che il mister sta approcciando questa esperienza “romana” mettendo in primis la sua capacità psicologica, oltre che tecnica.
SPAZZATA VIA LA RABBIA DI FIRENZE
L’ampio turnover messo in mostra ieri, aveva insinuato in più di qualcuno, compreso il sottoscritto, quella sensazione provata spesso in passato, che la Lazio potesse mettere in secondo piano la sua Europa.
Invece, i ragazzi all’opera ieri hanno dato una grande dimostrazione di convinzione nei propri mezzi, di grinta e di sapere bene quali erano i loro compiti in campo. A questo, aggiungiamo la concretezza in fase offensiva. E il “giocatore di poker” è “servito”, e con un bel tris porta a Formello la cassa del banco.
Lazio e Baroni – ATTACCARE E’ MEGLIO CHE… CURARE
Parafrasando un noto proverbio a sfondo prettamente sanitario, l’impostazione coraggiosa del mister sta dando frutti forse insperati, viste le premesse di calciomercato e le scelte societarie.
Alla faccia dell’esordiente. Il mister sta mostrando coraggio, quello contagioso. Quello del leader che detta alle sue truppe la strategia della battaglia. E da loro, è seguito senza paura.
Non vogliamo andare oltre. Sappiamo che c’è ancora tanto da lavorare e da migliorare. Ma il tris servito in trasferta da parte dell’esordiente Baroni, con quasi tutte le seconde linee, è un segno importante.
IL SEGNO DI UNA IDENTITA’
Questo segno pone il mister come un faro laziale che ad ogni partita aggiunge luminosità e trascina i manipoli dei propri giocatori a rappresentare una identità. L’identità di una idea propositiva, che raccoglie gioco ed entusiasmo nell’ambiente. L’identità si manifesta nella spensieratezza del gruppo. Nella voglia di attaccare lo spazio. Nel far girare la palla e di servirla in profondità con costrutto. Nella felicità dei giocatori che trovano la possibilità di mostrare le loro capacità offensive, senza obblighi ed incastri tattici limitativi della loro fantasia.
ORA A TORINO
Ed ora manteniamo i piedi per terra, per riprendere il cammino italico con una partita complicata. Ma con una squadra che si esprime con gioia e, soprattutto, aiutata dal maxi turnover che consentirà al mister di piazzare in campo giocatori non “strapazzati” dall’usura della trasferta tedesca.
E allora, perchè non essere orgogliosi di una Lazio dalla mentalità positiva e battagliera, arrembante e propositiva, determinata e felice?
Avanti mister, il suo lavoro sta via via stregando il popolo laziale!