Fabiani su indice di liquidità: “Una svista che ci può stare”
Fabiani e la svista su indice di liquidità – La Lazio siamo noi ha mandato una lunga intervista raccolta ai loro microfoni col Direttore Sportivo della Lazio Fabiani, di cui vi rimettiamo le sue parole qui di seguito:
“L’indice di liquidità, l’indebitamento, tutte queste norme andrebbero innanzitutto capite nella loro interezza, nei loro vincoli. Ma questo non significa che la società non può ottemperare agli impegni presi con calciatori e dipendenti. Noi abbiamo già pagato tutti gli stipendi come da scadenza federale. L’indice di liquidità è scattato per un investimento fatto dalla società per migliorare la struttura, per la nuova costruzione del centro sportivo per i ragazzi e per tutto il settore giovanile. Una svista che ci può stare. Non ha nulla a che vedere con gli investimenti fatti con i calciatori”.
LA SQUADRA – “Del resto, quando si parlò la prima volta con Sarri, ci aveva dato la sua disponibilità fin da subito perché alcuni giocatori come Mandas, ad esempio, insieme a Provedel, sono di gradimento dell’allenatore; Gila anche lo ha svezzato lui: quando è arrivato non poteva fare il titolare, ora grazie alla bravura di Sarri ha delle richieste importanti a cui la società ha detto no; lo stesso Romagnoli che è un giocatore funzionale a Sarri e lo vuole fortemente; Patric lo conosce bene; con Hysaj ha giocato tanto; e poi tutti gli altri come Marusic, Lazzari, Pellegrini, Vecino, Rovella, Guendouzi, Castellanos, Zaccagni e Pedro. Questi sono tutti giocatori che lui conosce benissimo, non si trova di fronte a una squadra nuova di cui non sa nulla. Io sono una persona seria, corretta e coerente: ho sempre detto che la Lazio non avrebbe mai ceduto i sui pezzi migliori, soprattutto in Italia e in quelle squadre che possono “competere alla pari” per qualcosa di importante. E questo è quello che sta accadendo”.
SARRI E LE DIMISSIONI – “Poi è stato informato Sarri sul blocco, ma lo stesso Lotito ne ha preso contezza dopo, così come me. Questo ci ha fatto ritornare sui nostri passi, ridiscutendo alcune questioni con il tecnico. Ho sentito parlare di dimissioni, a noi non è mai arrivato niente anche perché i contratti partono dal 1 di luglio. Quindi di quali dimissioni stiamo parlando? Sono cose inventate. Sarri ha dimostrato serietà, attaccamento e grande senso di appartenenza. A marzo 2024 ci si lasciò in ottimi rapporti, in un momento particolare della vita del tecnico come oggi può capitare a tutti. Aveva la possibilità di fare un passo indietro perché sono mutate alcune situazioni, ma un conto è venirne a conoscenza successivamente e un altro è prendere in giro una persona, perché i rapporti con Lotito e con il sottoscritto sono talmente forti e importanti che una roba del genere non poteva mai avvenire, cioè mistificargli la realtà dei fatti. Comprendo tutto e tutti, anche che fa più notizia dire stupidaggini piuttosto che le verità. Mi rammarica che dopo si possa fare disinformazione. È chiaro che qui ognuno fa i propri interessi di bottega. Quello che voglio dire a questi signori che si avventurano che bisognerebbe prima documentarsi, prima capire le norme e poi azzardare a fare qualche ragionamento sensato”.
Angelo Fabiani / foto profilo X ss Lazio
IL PATRIMONIO DELLA ROSA – “Oggi la Lazio ha un patrimonio di calciatori importante, quando sono arrivato non era così. La cessione di Milinkovic, di Luis Alberto, di Immobile, tre giocatori straordinari e importanti, ha fruttato 60 milioni di euro. Se ci aggiungiamo altri 30 milioni per tutti gli altri calciatori, siamo a 90-100 totali. Oggi non a parole, ma con richieste formali ricevute da società, il parco giocatori supera i 300 milioni di euro. Questo può in qualche maniera rappresentare un passo indietro, ma vi assicuro che significa invece fare due-tre passi in avanti, perché la società riesce a dire no a richieste importanti che ci sono state davvero. E parlo di Gila, Castellanos, Gigot, Rovella, Tavares che a gennaio non abbiamo ceduto al Milan per una cifra importante. Lo stesso vale per Romagnoli che ha richieste, così come Mandas e altri. L’elenco sarebbe lungo e noioso, questi sono giocatori che rappresentano un patrimonio per la società. La squadra ha carburante a sufficienza per arrivare a gennaio e a luglio facendo sì che l’allenatore possa lavorare da vicino con questi ragazzi, e poi nel mercato di riparazione fare altre valutazioni. Bisogna ragionare in termini costruttivi, positivi, ma qui non ci si riesce a fermare neanche davanti alla nota ufficiale dove Sarri, al quale va tutto il ringraziamento della società e della tifoseria, dice che si prende tutta la responsabilità per andare avanti perché ha un debito di riconoscenza verso una città e un popolo che non gli ha mai fatto mancare tutto il calore anche nei momenti di difficoltà, come la stessa società con cui i rapporti non si sono mai interrotti. Con lui c’è sempre stata massima stima reciproca. E questo ha fatto la differenza. Qui non si tratta di esperimenti o non, ma di applicare quel senso di appartenenza che Sarri ha dimostrato. Da mesi dico che il programma triennale andava avanti, che bisognava comunque cedere qualcuno di troppo e che le cose non si fanno dall’oggi al domani”.
IL BLOCCO DEL MERCATO – “Il blocco del mercato per quanto mi riguarda è una norma abolita. Al 26 maggio io non sapevo di questo vincolo e di questa situazione, per cui ho parlato liberamente con Sarri. Mai mi sarei sognato, né io e né Lotito, di prenderlo in giro. A tutto si può rimproverare al presidente meno che di dire una cosa per un’altra. Per la famosa ‘lettera’ che ci è arrivata, qualche giorno è passato dall’ultima partita contro il Lecce, soprattutto dopo aver parlato con i commercialisti. I ragionamenti fatti con Sarri erano sul fare qualche uscita e qualche entrata, ovvero di togliere gli esuberi, che non rientrano nel progetto tecnico della società. Lui non ha mai detto di mandare via Tavares, Castellanos, Rovella, ecc. L’idea era di completare e potenziare una squadra che, a detta non di Fabiani ma degli addetti ai lavori, lo scorso anno per gran parte del campionato ha divertito e stupito”.
LA SCORSA STAGIONE – “Nel girone di ritorno abbiamo avuto qualche passo falso e tanti pareggi di troppo all’Olimpico, ma questa Lazio all’ultima giornata ancora si stava giocando la Champions e l’Europa League. Poi purtroppo il calcio è talmente carogna che si è perso contro il Lecce in casa, con tutto il rispetto, e siamo arrivati a questo finale. Ma mi sembra comunque che questa squadra in Europa ha fatto un qualcosa di straordinario. Poi c’è stata una lotteria ai calci di rigore con il Bodo/Glimt, che purtroppo sono un terno al lotto. L’anno scorso abbiamo fatto 86 gol, non si fanno tutti gli anni. Quindi c’è una forza interna. Se dobbiamo trovare il pelo nell’uovo, possiamo dire che abbiamo preso qualche gol di troppo. Noi non siamo convinti che la squadra possa fare meglio con Sarri piuttosto che con Baroni, ma siamo sicuri che c’è materiale a sufficienza per poter lavorare e continuare a portare avanti quel programma triennale di ricostruzione”.
Foto @LazioLive tv
IL SUO LAVORO – “La mia storia parla chiaro, nella mia carriera ultratrentennale ho preso società che erano ai minimi termini e le ho riqualificate portandole in alto. Voglio ricordare che ho preso la Salernitana in Serie C e lasciata in Serie A, ora è tornata giù e mi dispiace. Io sono uno che va avanti per la sua strada, che quando si mette in testa una cosa va avanti per la sua strada. Mi dedico h24 al mio lavoro, ci ho perso due famiglie per il calcio. Questo dovrebbe bastare per far capire che io ora non sto al mare, ma sto in ufficio a lavorare per la Lazio per far sì che in medio-breve termine la società completi il suo “restauro”. Mi sarebbe piaciuto lavorare con Milinkovic, Immobile, Luis Alberto, Felipe Anderson. Ma purtroppo non ci sono più e bisogna muoversi per creare nuove situazioni. Invito queste persone che fanno disinformazione a fare informazione, a essere coerenti come lo sono io. La coerenza si studia, si capiscono le norme, non si applica quando c’è la malafede di fondo. Qui ci sono soggetti che parlano di Lazio e sono simpatizzanti di altre squadre e questo non va bene. Chi ha in mano un microfono dovrebbe avere il buonsenso che li ascoltano anche i bambini e i ragazzi, per questo hanno la responsabilità di narrare la verità, non le proprie impressioni. Quelle rimangono tali e non gliene frega niente a nessuno”.
L’INDICE DI LIQUIDITÀ – “L’indice di liquidità si blocca anche per questioni non attinenti all’acquisto di giocatori, per cui oggi la società può tranquillamente far fronte per cassa e per liquidità agli impegni assunti. Questo indice è stato tolto per unificarci ai parametri Uefa, per questo mi chiedo com’è possibile che è stata fatta una norma che entra in vigore il 1 luglio ma che si applica a gennaio. Siccome i consigli del diavolo se li mangia la volpe, e io non solo il diavolo, a gennaio ho rinforzato ulteriormente la rosa con due elementi giovani, ciò in linea con il nostro programma, cioè Belahyane e Provstgaard, per completare la squadra. Poi per carità, al meglio non c’è mai fine, ma mi sono assicurato una sostenibilità tecnica e ho fatto quello che c’era da fare a tutela della Lazio, e non del sottoscritto. La mia storia parla chiaro”.
PLAYER TRADING – “Io sarò in grado di fare una vendita di giocare quando quella cessione mi porta a migliorare. Se oggi vendo quattro giocatori, e le richieste ci sono, e incasso 200 milioni, dopo ricomincio da capo nel prendere i giocatori e non so se quei giocatori sono funzionali come quelli che ho preso all’inizio del progetto. Quindi che faccio, prendo in giro i laziali? i tifosi? la gente? Ho detto che noi facevano un programma e che non avremmo mai ceduto i pezzi migliori. Arriverà il giorno in cui, forti del nostro patrimonio, riusciremo a vendere qualcuno a una cifra importante comprandone un altro a una cifra altrettanto importante. Quando si parte da zero, dal nulla, per risanare questioni anche precedenti, bisogna fare una scelta. Per questo non si può dire una cosa e poi farne un’altra. Io mi vergognerei oggi a cedere un giocatore. Ho sempre detto che i migliori non li daremo via neanche se ci coprono di soldi: gennaio una squadra importante italiana ha messo sul piatto 50 milioni di euro per un giocatore, e noi abbiamo rifiutato. Nella vita non si può perdere la credibilità”.
IL BUCO DA PIÙ DI 100 MILIONI – “Per me ci sono delle norme che non hanno ragione di esistere. Questa società, che è una Spa, non può mettere a rischio la sua vita, perché produce utili e dà da mangiare a tanta gente. Per cui non si può fare il passo più lungo della gamba. In tempi recenti molte società blasonate, senza fare nomi, per attuare una politica scriteriata si sono ritrovare a ripartire dalla Serie C. E questo non è accettabile, sarebbe un’umiliazione per tutti. Io ho la responsabilità, insieme al presidente di non esporre mai la società a rischio fallimento. Ed è quello che stiamo facendo. Il tecnicismo dell’indice, degli ammortenti, del costo del lavoro, bisognerebbe studiarlo a fondo. Ma oggi mi trovo uno che c’ha 18 anni, gli mettono un microfono in mano e fa disinformazione. Ora 115 milioni, se permettete, non si buttano a fondo perduto. Quei soldi serviranno per rinforzare la squadra nel programma triennale. Per Sarri è l’anno zero, arriva quest’anno. A lui non chiediamo nulla, ma solo la sua professionalità e bravura che ha sempre messo dovunque è andato, e lo dobbiamo ringraziare. Lui sa perfettamente, essendo una persona intelligente che non sa solo di calcio ma anche di finanza, come stanno le cose. Io, come tutta la società, lo ringraziamo”
LE RICHIESTE DI SARRI – “Vorrei ricordare a me stesso che Milinkovic il primo anno non era lo stesso del secondo, terzo o quarto. Tutti i giocatori hanno bisogno di un periodo di adattamento. Poi è chiaro che la filosofia del gioco di Sarri è diversa da tante altre. E in più quest’anno diversi calciatori avrebbero meritato soventemente di scendere in campo per meritocrazia, ma avevamo Marco Baroni, a cui vanno i nostri ringraziamenti per il lavoro svolto, che evidentemente aveva una filosofia diversa. Ora Sarri può partire in ritiro con una squadra che non è stata toccata, può valutare nel complesso tutti, può vederla all’opera nelle partite che contano. Poi se a gennaio c’è da fare due, tre, quattro innesti sulla scorta delle indicazioni dell’allenatore, la società li farà per dare continuità al programma triennale di cui ho sempre parlato, da un anno a questa parte. Io confido molto nell’intelligenza del popolo laziale che sa come stanno le cose. Nella vita gli intoppi ci sono e ci saranno sempre, l’importante è lavorare con coscienza. Il passaggio del sottoscritto che oggi sta ancora qui a lavorare e che per il calcio ha perso due famiglie, sta a sottolineare la serietà che uno si assume. Molte stupidaggini e inesattezze sono state dette e scritte. Vogliamo chiamarle cattiverie gratuite? È un problema loro, ciò che fai poi raccogli”.
ANCORA SULL’IDL – “Io e la società non ci possiamo permettere di esporre la Lazio, un Spa quotata in borsa, di rischiare un’eventuale fallimento. Ma non esiste proprio. La norma, al primo di luglio, è abrogata. Bisogna rifarci ai parametri Uefa, quando è stata fatta e scritta questa norma, perché non si è pensato che andasse subito in vigore? Da uomo di calcio mi domando questo. Le leggi, appena vengono pubblicate sul gazzettino, diventano leggi immediatamente. Poi questa può sembrare una limitazione, ma per quanto mi riguarda ne trarrà beneficio la Lazio da qui ai prossimi mesi. Ora la squadra ha il carburante sufficiente per viaggiare fino a gennaio ma anche a fine campionato. Ci aspettiamo la coerenza. Non devo vendere fumo, ma la coerenza. La gente, chi ha a cuore la Lazio, vuole quello. Per farmi bello potrei raccontare tante cose, mi potrei beare sulla cessione di Tchaouna preso a 8 milioni e venduto a 15 sentendo anche il parere di Sarri. Tutti gli investimenti fatti in precedenza hanno prodotto un capitale per la società, e non un indebitamento. Facciamo la distinzione tra debiti, cassa, liquidità: l’indice è un blocco, ma le risorse finanziarie, la cassa, la Lazio ce l’ha. Noi paghiamo gli stipendi regolarmente e puntualmente. In Italia una società ci ha detto che ci dava 30 milioni per Gila, abbiamo detto che non se ne parlava proprio perché l’impegno che ho preso con la società e la tifoseria è ben preciso, ovvero quello di patrimonializzare il parco giocatori. E non ho ancora finito il percorso di tre anni. Se mi metto a fare lo scemo a cederli, la gente mi potrebbe dire che non ho credibilità, che dico una cosa e poi ne faccio un’altra. Questo non è possibile. L’indice di liquidità non è nato sotto la gestione Fabiani, ma ha origini e radici ben lontane. Chiedo un po’ di pazienza e un po’ di fiducia al popolo laziale perché io non farò mai una cosa che va contro i valori della Lazio. Se mi prendo un impegno, lo porto a termine. La coerenza nella mia trentennale esperienza mi ha detto che ho portato il Genoa dalla C alla B, la Triestina uguale, così come il Messina che ho fatto salire in A e la Salernitana. Tutte queste squadre in mancanza di coerenza che fine hanno fatto? Mi dispiace per la Salernitana, vederla di nuovo in Serie C dopo che sono andato via. Io sono abituato a programmare, mai ho preso in giro nessuno fino a prova contraria”.
Foto Profilo Ufficiale X S.S. Lazio
LE OFFERTE SUL MERCATO – “Oggi il patrimonio della società è costituito da una richiesta straordinaria per i nostri giocatori, e la nostra forza è quella di dire ‘no’. Se qualcuno mi impone di dire ‘sì’, mi alzo e me ne vado. Quando mi ha preso Lotito, sono stato chiaro con lui: si azzera e si riparte con un programma triennale. E lui mi ha detto: ‘È questo che io cerco’. Dopo di che indici e tutto il resto, non mi interessa. Ovviamente li conosco, sennò non potrei fare questo mestiere. Per cui la gente deve stare tranquilla e serena: la squadra che lo scorso anno hanno ammirato non l’abbiamo smantellata, ma andremo nel prossimo futuro, se possibile, a potenziarla. Bisogna arrivare al momento tale che questa società abbia del suo, non dei prestiti. Poi se ci saranno delle richieste sul mercato per i pezzi migliori, per crescere e non per depotenziare la squadra, allora verranno fatte delle valutazioni per il bene della Lazio. Qual è il senso di cedere per prendere uno dello stesso valore?”.
I GIOCATORI – “Ci sono diversi giocatori che hanno dimostrato di saperci stare in questo campionato, e ora hanno un valore aggiunto che è Sarri. Alla notizia del suo ritorno, dodici giocatori di cui lui conosce tutto erano felicissimi. Malumori nello spogliatoio? I giocatori si fidano, l’importante è che gli impegni che la società assume vengano mantenuti. Molti giocatori che abbiamo in rosa sono figli di Sarri. Poi non è detto che nel prossimo futuro potremmo andare a migliorare l’assetto. Però parliamo di coerenza e non di chiacchiere, e invito molti dell’informazione a studiare prima di scrivere delle stupidaggini”.