Calcio giovanile, Le Iene: l’inchiesta apre spiragli inquietanti

"La Verità rende Liberi"

by Valentino Valentino
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Calcio giovanile: apre spiragli inquietanti l’inchiesta de Le iene

L’inchiesta andata in onda su Le Iene, con protagonista l’ex calciatore Salvatore Bagni, “beccato” mentre parlava apertamente di soldi, favori e accessi pilotati nel mondo delle giovanili apre spiragli inquietanti. Tutto ciò ha scatenato un’ondata di commenti sui social. “È sempre stato così”, “avete scoperto l’acqua calda”, “lo sappiamo da anni che si paga per giocare”: questo il tono dominante tra i lettori della rete.

E allora la domanda sorge spontanea: se tutti lo sanno, perché nessuno denuncia?

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Pallone Champions / X Twitter La UEFAcom_it

Il servizio giornalistico ha fatto esplodere una verità scomoda. Bagni, oggi operatore nel mondo dello scouting, è stato registrato mentre spiegava che, se non è lui a scegliere un giocatore, allora è quest’ultimo a dover pagare. Una cifra? Almeno 30.000 euro, con la promessa di una sistemazione in Serie C. Tutto documentato, nero su bianco. Una bomba che ha fatto tremare le scrivanie di mezza Lega Pro.

Eppure, tra lo sdegno generale, una frase ha iniziato a rimbalzare ovunque: “Lo sappiamo da sempre.”

L’inchiesta de le Iene stravolge il Calcio Giovanile

Che il calcio giovanile non sia immune da logiche clientelari, favoritismi e  “mazzette”, lo dicono in tanti. Ma chi lo dice davvero, in modo ufficiale, con prove, testimonianze, denunce? Nessuno.

Noi di Lazio Live Tv seguiamo da anni il calcio giovanile, raccogliendo storie. Possiamo dirlo con onestà: in tutti questi anni, non ci ha mai contattato nessuno per raccontare o denunciare episodi concreti come quello documentato da Le Iene. E allora viene da chiedersi: c’è paura di ritorsioni? il sistema funziona così e basta? omertà e complicità silenziosa la fanno da padroni?

Nel calcio giovanile ed in molti settori del calcio italiano  esiste un “patto di silenzio non scritto”, che fa comodo a tutti. A chi paga, perché “almeno così gioca”; a chi incassa, perché è business; e a chi assiste, perché “non mi riguarda”.

Ma finché continueremo a parlarne solo nei bar, nei commenti Facebook o nei gruppi WhatsApp, senza mai uscire allo scoperto, nessuna inchiesta cambierà davvero le cose. Neanche quella che ha colpito un nome noto come l’ex calciatore del Perugia e Napoli.

La Verità rende Liberi. Se davvero esistono centinaia di episodi simili, raccontateli.
Mandateci testimonianze, anche anonime. Scriveteci, segnalate, fate nomi e cognomi.
Non serve essere giornalisti, serve solo un po’ di coraggio. Perché il cambiamento comincia da lì: da chi rompe il silenzio.

Il calcio è di chi sogna, non di chi paga.

(Fonte: Le Iene / Mondo Primavera/ Vasco Rossi)

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