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Caro mister Sarri, non meriti un finale di carriera così

by Roberto Mari
0 comments Maurizio Sarri | Foto: S.S. Lazio

La carriera di Sarri vive uno dei momenti più difficili: la Lazio è stata la scelta giusta?

Tanto tempo è passato da quando vincesti la coppa Italia di serie D con la Sansovino, squadra che hai portato dall’Eccellenza alla serie D in soli tre anni. La tua lunga carriera da allenatore ti ha portato nel calcio dei grandi, i tuoi risultati sono sotto gli occhi di tutti, ma non è più il calcio dei giovani da forgiare, quei ragazzi che aravano i campi di periferia per raggiungere un sogno. Con te alla guida avevano la possibilità di realizzarlo e alcuni ci sono riusciti. Ricordo l’Empoli dei miracoli, una squadra che ha sorpreso tutti e che ha fatto gioire una città di provincia. Ricordo il Napoli che incantava e che meritava di raccogliere molto di più per il bel calcio che esprimeva.

Al Chelsea vincesti l’Europa League e poi il tuo primo scudetto alla Juventus. Una carriera in ascesa, si certo, qualche inciampo c’è stato, ma ti sei sempre rialzato con coraggio e determinazione. Col tuo carattere da toscanaccio burbero hai fatto parlare il campo, hai dimostrato con i fatti che il calcio è bello, se lo si vive con naturalezza e semplicità. Un giorno poi scegliesti la Lazio! La nostra Lazio che voleva alla guida una persona di spessore. Quinto posto al primo anno, secondo la stagione successiva. Sembrava l’inizio di un percorso che ci avrebbe portato di nuovo lì, dove questo popolo merita di stare. Quel popolo di cui ti sei innamorato follemente, tanto da tornare ad abbracciarlo per la seconda volta dopo averlo lasciato.

Sarri e il suo popolo

Maurizio Sarri Lazio

Maurizio Sarri – Foto: S.S. Lazio

La domanda che mi pongo, e che ti pongo è la seguente: amare così un popolo vale il rischio di sminuire una carriera di tutto rispetto? Quello che cerco di dirti è che non meriti un finale di carriera così. Il popolo biancoceleste soffre da anni, ora soffre anche per te che sei incappato in una società che non ha ambizioni, che ti ha raggirato, che ti ha tolto la serenità di allenare e ti ha buttato in pasto agli squali, sempre pronti ad azzannare la vittima di turno senza capire quanto tu stia soffrendo a questo punto della tua vita calcistica e non.

Ieri hai sofferto moltissimo per non essere riuscito a dare una gioia ai tifosi, si vedeva lontano un miglio. Molti ti chiedono di dimetterti per non essere complice di questa dirigenza. Ma te sei un uomo combattuto, un Comandante che non se la sente di abbandonare la nave e lasciare i tifosi in balia della tempesta. Ma la tempesta c’è da tempo e te ci sei dentro esattamente come tutti noi. Stiamo affondando insieme, le scialuppe sono bucate, si salvi chi può.

Conosco il carattere dei toscani, si piegano ma non si spezzano. So che seguirai il tuo istinto e che farai di tutto per risollevare le sorti di una tifoseria affranta e rassegnata ad essere emarginata dal calcio che conta. Personalmente sono dispiaciuto per te. Per l’uomo che sei, per l’allenatore che non merita di vivere momenti simili dopo un percorso duro, sudato, voluto. Adesso ci sarà da superare la gogna mediatica, le diverse idee di alcuni tifosi nel tuo modo di fare calcio, e i titoloni dei giornali che a volte ti dipingono a tinte scure tanto per essere educati. In becco all’Aquila mister Sarri, da un tifoso, uno dei tanti che sta soffrendo e che cerca di dar voce alle proprie emozioni.

 

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