Seguire la squadra in trasferta, è da sempre l’essenza del calcio: questa non è la strada giusta da seguire
La notizia di ieri sera, sul divieto di trasferta ai tifosi biancocelesti che avevano già acquistato i biglietti per assistere a Pisa- Lazio, è stata un fulmine a ciel sereno. La Prefettura della città toscana e il Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive (CASMS) del Ministero dell’Interno, hanno impedito ai tifosi biancocelesti di sostenere la propria squadra. Tutto questo a due giorni dal match. Una decisione tardiva e lesiva del vero spirito sportivo che da sempre accompagna il gioco del calcio.

© Antonio Falaguerra – Lazio Live TV
I tifosi della Lazio avevano fatto registrare come al solito il tutto esaurito, ma sono stati penalizzati. Questa decisione, presa da chi si occupa di sicurezza, va controcorrente con il calcio. Sicuramente è una partita a rischio per i trascorsi tra le due tifoserie, ma bisogna anche dire che sono più di trenta anni che il Pisa non partecipava alla serie A. Di tempo ne è passato e forse le cose sono cambiate. Non dare la possibilità ai tifosi di seguire la propria squadra, mette a nudo l’incapacità di gestire la sicurezza di un calcio italiano sempre più indietro rispetto agli altri paesi europei.
Tra stadi fatiscenti, collegamenti discutibili, orari e giorni impossibili a favore delle piattaforme a pagamento, si perde l’essenza del vero calcio. Quel calcio fatto di scontri verbali grazie ai cori delle rispettive tifoserie, quel calcio vissuto su treni, aerei e automobili che ti fa vivere il vero spirito di appartenenza. Uno stadio senza tifosi avversari è uno stadio vuoto, asettico, sterile. Bisognerebbe intervenire in maniera diversa. Fermando certamente i facinorosi, che sono la minoranza, senza però penalizzare le persone per bene, le famiglie, le donne. Persone che, con grande sacrificio chiedono solo di stare accanto alla propria squadra del cuore.
Bisogna aggiungere anche che la tifoseria biancoceleste fa registrare sempre il sold-out ovunque vada a giocare la Lazio. A tal proposito non ci risultano situazioni che hanno compromesso la sicurezza di una partita. Punire per prevenire non è la strada giusta. Quello che chiediamo è di rivedere i protocolli sulla sicurezza premiando invece quei tifosi che meritano di gioire o piangere insieme alla squadra. La riforma del calcio deve riguardare anche questo aspetto fondamentale. Ma dopo tanti proclami, non è stato fatto assolutamente niente per rendere moderno, sicuro e fruibile a tutti,bil gioco più bello del mondo.


