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Mercato, nuove regole e nuova tendenza: ridurre le rose

by Paolo Buchetti
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Sul mercato, le nuove regole impongono una nuova tendenza dei club: ridurre drasticamente le rose

Come noto, le nuove regole imposte dalla Uefa e dalle singole Federazioni, stanno imponendo al mercato una nuova tendenza in atto dei club che si trovano a “gestire” l’immediatezza. Due  sono i fattori che incidono fortemente su tale strategia.

L’indice del costo del lavoro allargato

Quest’anno tutti i club dovranno far rientrare entro l’80% il rapporto tra ricavi e stipendi. Non solo; dal 1 luglio 2026 il rapporto scenderà al 70%, per poi restare su questo livello per sempre. E’ chiaro che in quest’ottica, ogni club dovrà lavorare sin da subito nel prevedere e prevenire il rischio di trovarsi in difficoltà. Pensiamo alle scadenze dei contratti in essere per ogni club, cui andranno aggiunti quelli di giocatori in entrata  in questa sessione di mercato.

Le stringenti regole delle “liste di campionato”

F.I.G.C.

Le regole imposte nella gestione delle liste entro i famosi 25 over 22, già da qualche anno stanno generando una pletora di giocatori sotto contratto che, non trovando collocazione in altri club, sono messi fuori lista. I contratti di questi giocatori devono comunque essere onorati ed ovviamente incidono negativamente sui conti societari. Ne sa qualcosa la Lazio, ma anche altri club si trovano a gestire con difficoltà tali situazioni.

Che fare?

La nuova tendenza, per quanto semplice e banale, ma inesorabile, sta diventando un “diktat”. Ridurre drasticamente la rosa, portando a scadenza quei contratti più complicati da gestire.

Le società non vogliono più essere enti di beneficenza o luoghi in cui far svernare fuori rosa in attesa del 27 di ogni mese giocatori col contratto firmato e che magari rifiutano destinazioni a iosa. Questa tendenza ormai è roba vecchia.

La conseguenza che si accentuerà nei prossimi mesi, è quella legata al fatto che gli elenchi di giocatori senza contratto, anche in età non più matura, cresceranno a dismisura, non trovando più offerte adeguate sul mercato.

Poi,  tolte le big di serie A, le altre stanno oramai attentissime ad assumersi contratti lunghi e onerosi. Per non parlare della  serie B e C. I fallimenti di club anche importanti sono all’ordine del giorno.

Insomma, il tempo delle vacche grasse è finito. Ne sa qualcosa, purtroppo, la nostra Lazio. Ma anche altri club dovranno inesorabilmente stringere ben bene la cinghia del proprio portafoglio.

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