Le parole del presidente della Lazio: “Mi vogliono costringere a vendere, ma io sono un combattente”
LAZIO – LOTITO – INTERVISTA. Il presidente della Lazio Claudio Lotito è intervenuto sulle colonne del quotidiano romano “Il Messaggero”, parlando del suo rapporto oramai logoro con la tifoseria e di Federico Chiesa. Queste le sue parole:
Lotito sulle Minacce ricevute
“L’ultimo mi ha chiamato tre minuti fa… Minacce, insulti. Chiamano con lo sconosciuto e pensano che non li scopro, ma adesso scopriamo chi sono. Vogliono che venda la società, ma la Lazio non è in vendita. Io sono da sempre un combattente e mai un reduce, ma a tutto c’è un limite e qui è stato superato. Stampano manifesti, li attaccano sui cavalcavia… Si rende conto? Sono presidente da vent’anni e non mi sembra che la Lazio stia fallendo. Dopo la Juve è il club con più trofei in Serie A, ha sempre posizioni decenti in classifica, i conti in ordine e un fatturato trasparente. Non sono mica una cicala, ma una formica. Lo sa che in biglietteria ho ancora il nipote di Cragnotti? E che non ho mai chiesto un euro per un’auto aziendale o un rimborso? E poi lo stipendio: la Consob mi ha costretto ad assegnarmi un emolumento”
Lotito su Federico Chiesa
Infine il Presidente Lotito fa chiarezza sulle voci mercato che accostano Federico Chiesa alla Lazio.
“Non si possono pagare stipendi da 7-8 milioni di euro l’anno, ci sono regole e parametri da rispettare. Ci sono società con patrimoni netti negativi da 500 milioni di euro che dovrebbero portare i libri in tribunale”